Il Papa risponde a 7.500 bambini: «Lavoriamo insieme per la pace»

GIAN GUIDO VECCHI

«Pensiamo ai bambini che stanno soffrendo, non dimentichiamolo, per i disastri climatici, la fame, la guerra e la povertà. Voi sapete che c’è gente cattiva che fa del male, che fa la guerra, distrugge…». In aula Nervi sono arrivati 7.500 bambini da 84 Paesi del mondo ed è inevitabile, di questi tempi, che il Papa pensi al dolore dei piccoli. Tempo fa, a un bimbo che gli chiedeva perché i bambini soffrono, Francesco confessava di non avere una riposta al «mistero» del dolore innocente.

Così Francesco resta un attimo in silenzio quando Antranik, siriano, gli chiede: perché uccidono i bambini, durante la guerra, e nessuno li difende? Poi dice: «Io ho visto, nelle cronache di guerra, quanti bambini sono morti. Sono innocenti, e questo fa vedere la cattiveria della guerra. Se si uccidessero solo i soldati, sarebbe un’altra cosa; ma uccidono gente innocente, i bambini. Questa è una crudeltà. Facciamo un momento di silenzio, e pensiamo a tanti bambini uccisi. È brutto, è un’ingiustizia». Resta la domanda, «perché uccidono i bambini, nella guerra?», che il Papa ripete tre volte.

La festa, le canzoni, lo spettacolo organizzato da padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli sulla scorta del libro L’enciclica dei bambini scritto a quattro mani con la prefazione del Papa. Ma ciò che colpisce, nell’incontro di ieri pomeriggio, sono le parole di Francesco calibrate al livello dei bimbi, la semplicità che gli adulti non sanno più raggiungere. Come quando Rania, di origini palestinesi, domanda: ma se comincerà la terza guerra mondiale, la pace non tornerà più? E Bergoglio: «Anche la tua terra soffre tanto. Ma la guerra è già scoppiata. Non solo in Palestina: nel Sud dell’Africa e in Congo, Myanmar, Mozambico, in tutto il mondo: sono guerre nascoste… Dobbiamo lavorare per la pace».

Francesco parla anche della cura del creato: «Se distruggi la Terra, distruggi te stesso. Diciamolo insieme: distruggere la Terra è distruggere noi, perché la Terra dà l’ossigeno, l’acqua, ci dà tutto per vivere». Davanti ai bambini scherza («qualche volta mi arrabbio, ma non mordo») e si mostra in buona forma dopo le preoccupazioni di poche ore prima. Al mattino, nell’udienza con i rabbini europei, aveva spiegato che preferiva non leggere il discorso perché «succede che non sto bene di salute». Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha rassicurato: «Ha un po’ di raffreddore e una lunga giornata di udienze. Aveva il desiderio di salutare individualmente i rabbini europei e per questo ha consegnato il discorso».

Resta il fatto che il Papa ha parlato con i rabbini, con buona pace delle polemiche social sul discorso non letto. «Mi ha detto: saluto il mio rabbino!», racconta il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. Del resto il presidente dei rabbini d’Europa Pinchas Goldschmidt, scrive il portale «Moked», ha citato le violenze antisemite in Daghestan e gli attacchi contro tante sinagoghe in Europa e riconosciuto a Bergoglio «di aver condannato con forza» simili atti. Francesco lo ha scritto nel discorso, dato per letto: «Ancora la violenza e la guerra sono divampate in quella Terra che, benedetta dall’Altissimo, sembra continuamente avversata dalle bassezze dell’odio e dal rumore funesto delle armi. Preoccupa il diffondersi di manifestazioni antisemite, che fermamente condanno».

in “Corriere della Sera” del 7 novembre 2023