Ecologia. Montagne di plastica in fondo ai mari

Eleonora Angeloni

Quante bottiglie di plastica compriamo ogni minuto, mese, anno? Il dipartimento grafico dell’agenzia Reuters ha creato un’animazione per renderle visibili. Di queste, pochissime vengono riciclate.

Secondo Euromonitor international acquistiamo un milione di bottiglie di plastica al minuto. È quello che possiamo osservare grazie alla grafica animata di Reuters graphics: una pioggia di bottigliette e un contatore che ne registra migliaia al secondo, 54,9 milioni di unità ogni ora. Il progetto è segnalato anche da “Tutta la plastica che abbiamo consumato negli ultimi dieci anni”  di Elena Tebano sul Corriere della sera. 

I dati mostrano che l’anno scorso sono state vendute oltre 480 miliardi di bottiglie di plastica, una cifra che dal 2009 è aumentata di oltre il 50%; ne è la rappresentazione la montagna nell’illustrazione, che si innalza sui grattaceli del Financial district di New York, la quale, se fosse reale, raggiungerebbe i 2,4 km di altezza.

Tuttavia, le bottiglie delle bevande sono solo uno dei tantissimi tipi di inquinamento da plastica che causano problemi ambientali.

La metà di tutta la plastica prodotta infatti è progettata per essere utilizzata una sola volta. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Science advances solo nel 2015 sono state prodotte circa 380 milioni di tonnellate di plastica.

Circa il 55% di questi rifiuti di plastica è stato scartato, incenerito per il 25% e solo il restante 20% riciclato; ciò significa che la maggior parte delle bottiglie visualizzate nell’animazione finisce nell’ambiente, nelle discariche o negli oceani di tutto il mondo.

Secondo lo stesso studio, la quantità riciclata è ancora minore se calcolata negli ultimi 65 anni. A livello globale dal 1950 al 2015 sono state prodotte 8,3 miliardi di tonnellate di plastica; la maggior parte di questa era monouso, e solo il 6% del totale è stato riciclato.

Diverse ricerche inoltre registrano che l’inquinamento prende anche la forma di microplastiche, che contaminano corsi d’acqua, mari e persino le bevande, come testimonia “Microplastic in drinking water”, un recente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. 

Inoltre, secondo la Commissione europea, oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica, i cui residui si trovano in diverse specie animali come tartarughe, foche, balene e uccelli, ma anche in molluschi, pesci e crostacei, quindi anche specie che fanno parte della catena alimentare dell’essere umano.

Per fronteggiare il problema quest’anno l’Unione Europea ha approvato un provvedimento che impone agli Stati membri di vietare l’uso di una serie di articoli in plastica monouso entro il 2021. Inoltre, sono stati fissati standard per tutti gli imballaggi in plastica, la principale fonte di rifiuti in plastica, affinché entro il 2030 siano tutti riciclabili.

in http://www.asvis.it