Le migrazioni, una sfida sempre più globale. Presentato il Rapporto del Centro Astalli di Roma

MARINA PICCONE

Un anno caratterizzato da sfide globali senza precedenti: tensioni geopolitiche, conflitti in diverse regioni del mondo, politiche migratorie restrittive che acuiscono precarietà, esclusione e discriminazione delle persone migranti, aumento delle disuguaglianze. Sono solo alcuni degli aspetti critici che emergono dal Rapporto annuale 2024 del Centro Astalli, presentato oggi a Roma presso la Curia generalizia della Compagnia di Gesù, a Borgo Santo Spirito. All’incontro hanno partecipato monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, e Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari internazionali.

Il Rapporto contiene una fotografia aggiornata delle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che, durante il 2023, si sono rivolti al centro dei gesuiti e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza presenti a Roma e in altre città italiane: 22.000, di cui 11.000 nella capitale. Dal documento emerge nettamente il prezzo che stanno pagando i rifugiati in Italia per la mancanza di investimenti in protezione, accoglienza e inclusione: aumento delle vulnerabilità fisiche, sanitarie e psicologiche a seguito di viaggi sempre più lunghi e difficili, in mano ai trafficanti e in assenza di vie alternative legali di ingresso; ostacoli burocratici per l’accesso alla richiesta di protezione; un ridotto numero di posti in accoglienza; tagli ai costi dei servizi di inclusione; mancanza di opportunità abitative autonome e conseguente impossibilità a immaginare un futuro.

«La precarietà delle persone rifugiate è la vera emergenza», ha affermato padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. «In tutti i nostri servizi si sono fatti sentire forte gli effetti dell’inflazione e delle decretazioni d’urgenza emanate dal governo in materia di immigrazione, che hanno fatto salire esponenzialmente i numeri delle richieste di aiuto per tutto l’arco dell’anno appena trascorso». Impietosi i dati: le donne sole con figli sono aumentate del 40 per cento; gli accessi ai servizi di prima accoglienza (mense, docce, distribuzione vestiario, ambulatori) sono alti in tutti i territori: più di 2.600 utenti hanno usufruito della mensa di Roma, che ha distribuito oltre 67.231 pasti (erano poco più di 46.000 nel 2022, con un aumento del 45 per cento). Tra loro, il 28 per cento (1 persona su 3) è richiedente asilo. Con il passare degli anni, l’iter burocratico che affrontano i migranti per il rilascio del permesso di soggiorno diventa sempre più lungo e farraginoso con un esborso di denaro non irrilevante. Nel 2023, il servizio dei gesuiti, grazie al sostegno dell’Elemosineria Apostolica, ha erogato contributi per il pagamento delle tasse necessarie al rilascio del documento e titolo di viaggio per 463 rifugiati, per lo più nuclei familiari originari dell’Afghanistan.

«I processi di semplificazione che mirano a contenere le migrazioni non solo sono destinati a fallire nel tempo ma rendono gli spostamenti e i viaggi dei migranti ancora più mortali e difficili», ha detto padre Ripamonti. E basta guardare i dati per rendersene conto. Sono 8.541 le persone che hanno perso la vita lungo le rotte migratorie di tutto il mondo nel corso del 2023, anno in cui sono stati registrati più morti in assoluto. Sono 3.105 le persone morte e disperse nel Mar Mediterraneo, più di 29.000 in totale le vittime dal 2014 (dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Durante l’incontro, arricchito dalle toccanti testimonianze di alcuni rifugiati, si è parlato anche del Patto sulla migrazione e l’asilo votato il 10 aprile scorso dal Parlamento europeo e salutato come un risultato storico. Secondo padre Ripamonti si tratta, invece, «di un compromesso al ribasso, che impoverisce il diritto d’asilo in Europa. Si sono giustapposti interessi di singoli Stati o gruppi di essi che non esprimono una reale politica comunitaria che ponga al centro le persone che migrano. Non è attraverso l’esternalizzazione, i respingimenti, la mancanza di una vera politica di soccorso in mare e le procedure accelerate alla frontiera che si gestisce il fenomeno, ma eliminando le cause delle migrazioni forzate, come le guerre, i cambiamenti climatici o, semplicemente, quella ingiustizia globale che ha aperto sempre di più negli anni la forbice delle disuguaglianze».

in L’Osservatore Romano, 18 aprile 2024

Per saperne di più vedi il Rapporto annuale 2024 del Centro Astalli,

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