Ista, Rapporto BES. Migliora il benessere degli italiani, ma clima e sicurezza sono a rischio

CINZIA ARENA

Presentato quest’oggi, mercoledì 17 aprile, il Rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile 2023. Cresce l’occupazione e il reddito medio, la speranza di vita torna ai livelli pre-covid. Quasi il 10% della popolazione in povertà assoluta, su istruzione e Neet forti ritardi rispetto all’Europa

Redditi in leggera ripresa e diseguaglianze sociali in lenta attenuazione, con la speranza di vita che torna ai livelli pre-Covid. È un’Italia che con fatica sta uscendo dalla crisi economica collettiva innescata dall’inflazione, lavorando di più e recuperando un po’ di fiducia nel futuro, quella fotografata dall’undicesimo rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) realizzato dall’Istat. Uno studio che rappresenta una cartina di tornasole dello stile di vita degli italiani, declinato in 12 ambiti e realizzato incrociando 152 indicatori.

Il bilancio del 2023 è tutto sommato positivo: poco più della metà degli parametri confrontabili con quelli dell’anno precedente sono in miglioramento, il 17,8% è stabile e un altro 28,7 è in peggioramento. Si discostano da questo quadro generale i domini Ambiente, insieme alle problematiche del clima, e Sicurezza con un peggioramento della percezione della criminalità. Anche rispetto all’epoca pre-Covid la tendenza generale è quella di un miglioramento complessivo (per 67 indicatori su 131 confrontabili con il 2019). L’Italia non tiene il confronto invece con l’Europa con i parametri principali in calo, soprattutto quando si parla di giovani. Restano ben evidenti i due grandi elementi di diseguaglianza: quello geografico e quello di genere che disegnano un Paese a velocità, ricchezza e benessere differenti. Il rapporto però tratteggia anche un’altra linea di confine, quella dell’istruzione, che separa la popolazione in due parti e non solo per quanto riguarda lavoro e reddito, ma anche salute e partecipazione sia sociale che culturale.

Salute. La speranza di vita è di 83,1 anni in netto aumento rispetto agli 82,3 dell’anno precedente e al di sopra della media ue che è ferma a 80,6 anni. Gli uomini con 81,1 anni di vita media sono già tornati allo stesso livello del 2019 mentre per le donne il dato di 85,2 anni è ancora un soffio al di sotto di quello pre-pandemico. La metà della popolazione over 75 si trova in una condizione di multicronicità e ha gravi limitazioni. Stabile l’indicatore della salute mentali, anche se dal 2020 si assiste ad un preoccupante peggioramento del benessere psicologico tra i più giovani, in particolare le ragazze.

Istruzione e formazione. In miglioramento gli indicatori relativi alla frequenza di asilo nido e materna, saliti rispettivamente al 31,7% e al 94%. Meno roseo il quadro per i più grandi: i ragazzi di terza media con competenze insufficienti in matematica sono il 44,2% (con picchi superiori al 60% in Sicilia e Calabria), percentuale che scende al 38,5% per le competenze in italiano. Il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha solo un diploma di terza media, percentuale ormai vicina al target del 9% proposto dall’Unione europea per il 2030. In questo caso permane un gap di genere a svantaggio dei ragazzi, con percentuali elevate in Sardegna e Campania. Un lieve calo anche per i Neet che sono il 16,1% dei totale dei giovani tra i 15 e i 29 anni, erano il 19% nel 2022. In aumento di contro il numero di laureati, sono il 30,6% dei giovani under 34, con le donne che fanno da traino

Lavoro e conciliazione. L’occupazione continua la sua fase espansiva con 400mila occupati in più in un anno e un tasso del 66,3%. Si riduce sia il lavoro a termine sia il part-time involontario (che coinvolge il 9,7% dei lavoratori) mentre restano invariate le difficoltà per le donne con figli piccoli a conciliare lavoro e vita familiare. In quest’ottica va letta la maggiore incidenza dello smartworking che è più elevato per le donne (13,4%) rispetto agli uomini. Più della metà degli occupati (il 51,7%) si dichiara soddisfatto del suo lavoro.

Benessere economico. Il reddito medio delle famiglie cresce dell’1% in termini reali ed è pari a quasi 34mila euro, migliora l’indice di diseguaglianza mentre rimane stabile rispetto ai tre anni precedenti la popolazione a rischio povertà (20,1% a fronte di una media Ue del16,5%). La povertà assoluta invece rispetto al periodo pre-Covid fa registrare una crescita dell’incidenza individuale a causa della forte accelerazione dell’inflazione che ha colpito in particolar modo le famiglie meno abbienti. Dal 7,6% del 2019 si passa al 9,8% del 2023. Quando si parla di benessere soggettivo, vale a dire la soddisfazione personale, si assiste ad una divergenza di percezione tra gli uomini (il 48,7% è molto soddisfatto tra i giovanissimi il 59,4%) e le donne (rispettivamente il 44,8% e il 51,9%).

Sicurezza. Si tratta uno dei tasti dolenti del rapporto con un aumento die reati predatori: furti in abitazione, borseggi e rapine. Cresce soprattutto la percezione dell’insicurezza: il 23,3% delle famiglie afferma di vivere in un quartiere a rischio criminalità. In aumento gli omicidi, 332 nel 2022 ultimo dato disponibile, anche se su questo parametro l’Italia è ben al di sotto della media europea. I femminicidi (128) sono stati compiuti nell’84,9% dei casi da una persona conosciuta, spesso il partner, percentuale che scende al 28,1% per gli omicidi degli uomini.

Ambiente. Il peggioramento fotografato dal rapporto Bes di quest’anno riguarda soprattutto i cambiamenti climatici con 42 giorni di caldo intenso (36 in più rispetto alla media del periodo 1981-2010). In aumento le emissioni di anidride carbonica e la concentrazione di polveri sottili ma anche il numero di giorni non piovosi. Crolla il consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili (il 30,7% rispetto al 35,1% del 2021), la rete idrica continua ad essere inefficiente con le perdite in fase di distribuzione che rappresentano il 42,4%. Dato positivo invece per i rifiuti, in riduzione a 482 chili per abitante.

in Avvenire, 17 aprile 2024

PER SAPERNE DI PIÚ

Mercoledì 17 aprile l’Istat presenta il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2023. Il Rapporto BES fornisce annualmente un quadro complessivo del benessere, analizzandone lo sviluppo per fornire informazioni utili ad una più completa visione delle condizioni della società italiana. Nell’edizione di quest’anno si fa il punto sulla trasformazione del benessere nei vari domini che lo compongono, valutandone il riposizionamento rispetto al periodo pre-pandemico. Le analisi esplorano inoltre la dispersione degli indicatori tra le regioni e le disuguaglianze tra gruppi di popolazione.

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