#la verità

GIANFRANCO RAVASI

Chi fa domande vuole la verità. Mentre chi dubita vuol sentirsi dire che la verità non esiste.

È morto novantenne nel 2023 ed è stato una sorta di patriarca della letteratura americana, erede ideale dei grandi Faulkner, Melville, Caldwell. È Cormac McCarthy a proporci oggi una riflessione che intreccia domanda-risposta-verità-dubbio, e lo fa col suo noto testo teatrale intitolato Sunset Limited. Si tratta di una lunga conversazione tra due protagonisti dai nomi emblematici, Black, un afroamericano credente in Dio e solidale con gli emarginati, e White, un professore bianco ateo, salvato da un tentativo di suicidio proprio da Black. In realtà, lo svolgimento della trama rivelerà un dirompente finale nel quale White si rivela essere un angelo nero tentatore che semina il dubbio e conduce Black sull’orlo di un precipizio.

A noi, però, interessa ora l’affermazione lapidaria che abbiamo citato e che distingue due categorie di persone. Da un lato, c’è chi è in ricerca e quindi si interroga, sa di non possedere in pienezza la verità e quindi è un pellegrino dell’assoluto, un mendicante di senso. D’altro lato, c’è il dubbioso radicale che cerca di incrinare ogni certezza di verità che gli appare, oscurando con obiezioni ogni bagliore di luce perché vuole evitare ogni impegno di adesione e di coinvolgimento personale nei confronti delle esigenze del vero. Il primo si interroga perché vuole la verità; il secondo si rinchiude perché teme che la verità esista. Alessandro Manzoni ha, però, una formula folgorante ulteriore nella Storia della colonna infame: «È men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore».

in “Il Sole 24 Ore” del 14 aprile 2024

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