Chi sono gli Houthi e perché è importante lo stretto di Bab al-Mandab

CAMILLE EID

Chi sono gli Houthi

Si continua a definirli “ribelli”, ma intanto questa fazione zaydita, una delle varianti dell’islam sciita presente solo nello Yemen, occupa dal settembre 2014 la capitale Sanaa e quasi tutta la parte settentrionale del Paese. Anche il nome diffamante di “Gruppo di al-Houthi” attribuito dai mass media arabi è approdato anche in Occidente. Esso deriva da quello del loro fondatore, Hussein Badreddin al-Houthi, ma i militanti si autodefiniscono come “Ansar Allah”, ossia i partigiani di Dio. L’alleanza dei Houthi con Teheran ha allarmato la vicina Arabia Saudita, che guida dal marzo 2015 una coalizione militare contro il loro governo che si oppone al Consiglio presidenziale appoggiato da Riad e riconosciuto dalla comunità internazionale.

Dove si trova lo stretto di Bab al-Mandab

Bab al-Mandab, ossia la Porta del lamento funebre, è il nome arabo dello stretto che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden e all’Oceano indiano. La terra che i Romani chiamavano l’Arabia Felix, e il cui nome arabo – al-Yaman – è associato all’ottimismo e alle benedizioni, è anche una metafora di desolazione e infelicità. Di lamento funebre, appunto. In passato, si racconta, a causa delle lacrime versate sui marinai che hanno perso la vita attraversando le acque lo stretto. Per altri, per il lamento delle donne africane su mariti e figli portati via come schiavi dai mercanti arabi. Le lacrime che si versano oggi hanno invece a che fare con un conflitto che ha compiuto nove anni lo scorso 16 settembre, e che rimane tra i più gravi per impatto sulla popolazione civile, e ciò nonostante gli spiragli di pace apertisi come conseguenza del disgelo tra Riad e Teheran, ottenuto l’anno scorso grazie alla mediazione di Pechino.

Quanto petrolio transita dal Mar Rosso

Dallo stretto di Bab al-Mandab passano tutte le navi dirette (o provenienti), attraverso il Mar Rosso, al Canale di Suez e da lì al Mediterraneo. Il volume del transito energetico, in crescita da un decennio, è di 6,2 milioni di barili al giorno di greggio e raffinati petroliferi, pari al 9% di tutto il petrolio commerciato via mare. Di questi, 3,6 milioni (il 58%) sono diretti in Europa. In termini di import petrolifero dunque Bab al-Mandeb per l’Europa è ancora più importante dello stretto di Hormuz che chiude il Golfo Persico e da dove transitano oltre 20 milioni di barili al giorno destinati per il 76% ai mercati dell’Asia.

Il precedente: raid Usa in Yemen nel 2016 e 2017

Nel corso della guerra in Yemen scoppiata nel 2014 tra i lealisti (sostenuti dall’Arabia Saudita) e i ribelli Houthi (supportati dall’Iran), tra il 24 agosto e il 24 settembre 2016 vi furono diversi bombardamenti statunitensi con droni condotti contro membri di al-Qaeda nello Yemen meridionale. Sempre nell’ambito della lotta al terrorismo, tra marzo e aprile del 2017 circa 70 bombardamenti Usa, condotti prevalentemente con droni, colpirono i governatorati meridionali di Abyan e di Shabwa e quello centrale di al-Bayda. Il 29 marzo gli Houthi, con l’aiuto dell’Iran, istallarono nel distretto di Bab al-Mandeb – a controllare lo stretto che immette nel Mar Rosso – postazioni missilistiche di difesa costiera. Il generale Joe Votel, capo delle forze americane in Medio Oriente, parlò di minaccia per «il commercio, le navi e le operazioni militari nella regione».

in Avvenire 12 gennaio 2023

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