Un nuovo contratto sociale per l’educazione

UNESCO, Sintesi Rapporto 2023 “Re-immaginare i nostri futuri insieme”

Il nostro mondo è a un punto di svolta. Sappiamo già che la conoscenza e l’apprendimento sono la base per il rinnovamento e la trasformazione. Ma le disuguaglianze a livello globale – e l’urgente necessità di re-immaginare perché, come, che cosa, dove e quando impariamo – significano che l’educazione non sta ancora mantenendo la sua promessa di aiutarci a plasmare futuri di pace, giusti e sostenibili.

Nella nostra ricerca di crescita e sviluppo, noi esseri umani abbiamo sopraffatto il nostro ambiente naturale, minacciando la nostra stessa esistenza. Oggi, elevati standard di vita coesistono con le più profonde disuguaglianze. Sempre più persone sono impegnate nella vita pubblica, ma il tessuto della società civile e della democrazia si sta sfilacciando in molti luoghi del mondo. I rapidi cambiamenti tecnologici stanno trasformando molti aspetti della nostra esistenza. Tuttavia, queste innovazioni non sono adeguatamente orientate all’equità, all’inclusione e alla partecipazione democratica.

Ognuno di noi, oggi, ha un obbligo gravoso nei confronti delle generazioni attuali e future: garantire che il nostro sia un mondo di abbondanza e non di scarsità, e che tutti godano pienamente degli stessi diritti umani. Nonostante l’urgenza di agire, e in condizioni di grande incertezza, abbiamo motivo di essere pieni di speranza. Come specie, ci troviamo in un momento della nostra storia collettiva in cui abbiamo il massimo accesso alla conoscenza e agli strumenti che ci consentono di collaborare. Il potenziale per coinvolgere l’umanità nella creazione di un futuro migliore non è mai stato così grande.

Questo Rapporto globale della Commissione internazionale sui Futuri dell’Educazione si chiede quale ruolo possa svolgere l’educazione nel plasmare il nostro mondo comune e il nostro futuro condiviso, guardando al 2050 e oltre. Le proposte presentate sono il risultato di un processo di coinvolgimento e co-costruzione globale durato due anni, che ha dimostrato come un gran numero di persone – bambini, bambine, giovani e adulti – sia fortemente consapevole del fatto che siamo collegati l’uno all’altro su questo pianeta condiviso e che è imperativo lavorare insieme.

Molti sono già impegnati in prima persona per realizzare questi cambiamenti. Questo Rapporto è arricchito dei loro contributi sui vari aspetti, da come re-immaginare gli spazi di apprendimento alla decolonizzazione dei curricoli e all’importanza dell’apprendimento sociale ed emotivo, e fa leva sulle loro paure reali e crescenti riguardo al cambiamento climatico, a crisi come quella causata dal COVID-19, alle fake news e al divario digitale.

L’educazione – il modo in cui organizziamo l’insegnamento e l’apprendimento nel corso della vita – ha svolto a lungo un ruolo fondamentale nella trasformazione delle società umane. Ci mette in contatto con il mondo e con gli altri, ci espone a nuove possibilità e rafforza le nostre capacità di dialogo e di azione. Ma per plasmare futuri di pace, giusti e sostenibili, occorre trasformare l’educazione stessa.

Un nuovo contratto sociale per l’educazione

L’educazione può essere vista in termini di contratto sociale, un accordo implicito tra i membri di una società per cooperare per l’interesse comune. Un contratto sociale è più di una transazione, poiché riflette norme, impegni e principi formalmente legiferati e culturalmente radicati. Il punto di partenza è una visione condivisa degli scopi pubblici dell’educazione. Questo contratto consiste nei principi fondanti e organizzativi che strutturano i sistemi educativi, nonché nel lavoro distribuito svolto per costruirli, mantenerli e perfezionarli.

Nel corso del XX secolo l’educazione pubblica era essenzialmente finalizzata a sostenere la cittadinanza nazionale e gli sforzi di sviluppo attraverso la forma della scuola obbligatoria per i bambini e le bambine, i giovani e le giovani. Oggi, tuttavia, mentre affrontiamo gravi rischi per il futuro dell’umanità e del pianeta vivente stesso, dobbiamo reinventare con urgenza l’educazione perché ci aiuti ad affrontare le sfide comuni. Questo atto di re-immaginazione significa lavorare insieme per creare futuri condivisi e interdipendenti. Il nuovo contratto sociale per l’educazione deve unirci nell’impegno collettivo e fornire la conoscenza e l’innovazione necessarie per dare forma a futuri sostenibili e di pace per tutti, ancorati alla giustizia sociale, economica e ambientale. Deve, come fa questo Rapporto, sostenere il ruolo svolto dagli insegnanti.

Tre sono le domande essenziali da porre all’educazione se pensiamo al 2050: Che cosa dobbiamo continuare a fare? Che cosa dobbiamo abbandonare? Che cosa deve essere inventato da capo in modo creativo?

Principi fondamentali

Qualsiasi nuovo contratto sociale deve basarsi sugli ampi principi che sono alla base dei diritti umani – inclusione ed equità, cooperazione e solidarietà, nonché responsabilità collettiva e interconnessione – ed essere governato dai seguenti due principi fondamentali:

** Garantire il diritto a un’educazione di qualità per tutto l’arco della vita. Il diritto all’educazione, sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, deve continuare a essere il fondamento del nuovo contratto sociale per l’educazione e deve essere ampliato per includere il diritto a un’educazione di qualità per tutto l’arco della vita. Deve comprendere anche il diritto all’informazione, alla cultura e alla scienza, nonché il diritto di accedere e contribuire al patrimonio comune di conoscenze che sono state acquisite progressivamente nel corso di generazioni e sono in continua trasformazione.

** Rafforzare l’educazione come sforzo pubblico e bene comune. In quanto sforzo sociale condiviso, l’educazione costruisce scopi comuni e consente agli individui e alle comunità di prosperare insieme. Un nuovo contratto sociale per l’educazione non deve solo garantire finanziamenti pubblici per l’educazione, ma anche includere un impegno a livello di società per comprendere tutti nelle discussioni pubbliche sull’educazione. Questa enfasi sulla partecipazione è ciò che rafforza l’educazione come bene comune, una forma di benessere condiviso che viene scelto e raggiunto insieme.

Questi principi fondamentali si basano su ciò che l’educazione ha consentito all’umanità di realizzare fino a oggi e contribuiscono a garantire che, mentre ci avviciniamo al 2050 e oltre, l’educazione permetta alle generazioni future di re-immaginare i propri futuri e rinnovare i propri mondi.

Tra promesse passate e futuri incerti

L’aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche, il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’uso delle risorse che supera i limiti planetari, la regressione democratica e l’automazione tecnologica dirompente sono i tratti distintivi della nostra attuale congiuntura storica. Queste molteplici crisi e sfide sovrapposte limitano i nostri diritti umani individuali e collettivi e hanno danneggiato gran parte della vita sulla Terra. Se da un lato l’espansione dei sistemi educativi ha creato opportunità per molti, dall’altro un gran numero di persone si è ritrovato con un apprendimento di bassa qualità.

Guardando al futuro è fin troppo facile dipingere un quadro ancora più cupo. È possibile immaginare un pianeta esaurito, con meno spazi per gli insediamenti umani. Gli scenari futuri estremi includono anche un mondo in cui l’educazione di qualità è un privilegio delle élite e in cui vasti gruppi di persone vivono in miseria perché non hanno accesso a beni e servizi essenziali. Le attuali disuguaglianze educative peggioreranno con il tempo, fino a quando i curricoli diventeranno irrilevanti? Quale impatto avranno questi possibili cambiamenti sulla nostra stessa umanità?

Ma queste tendenze non sono inevitabili. Sono possibili diversi futuri alternativi e si possono individuare trasformazioni dirompenti in differenti settori chiave:

** Il pianeta è in pericolo, ma sono in corso la decarbonizzazione e l’ecologizzazione delle economie. In questo campo i bambini, le bambine e i giovani danno l’esempio, chiedendo un’azione significativa e lanciando un duro rimprovero a chi si rifiuta di affrontare l’urgenza della situazione.

** Nell’ultimo decennio il mondo ha assistito a una regressione della governance democratica e a un incremento del populismo di matrice identitaria. Al contempo, si è assistito a una partecipazione sempre più attiva dei cittadini e delle cittadine, che sfidano la discriminazione e l’ingiustizia in tutto il mondo.

** Le tecnologie digitali hanno un enorme potenziale di trasformazione, ma non abbiamo ancora capito come mantenere queste promesse.

** La sfida di creare un lavoro dignitoso e incentrato sull’essere umano sta per diventare molto più difficile, dato che l’intelligenza artificiale (IA), l’automazione e le trasformazioni strutturali stanno modificando gli scenari occupazionali in tutto il mondo. Al contempo, sempre più persone e comunità riconoscono il valore dell’ambito assistenziale e i molteplici modi in cui la sicurezza economica debba essere garantita.

Ognuna di queste perturbazioni emergenti ha implicazioni significative per l’educazione. A sua volta, ciò che facciamo insieme nell’ambito dell’educazione darà forma alle sue risposte.

Attualmente, i modi in cui organizziamo l’educazione nel mondo non sono sufficienti a garantire società giuste e pacifiche, un pianeta sano e un progresso condiviso che vada a beneficio di tutti. In effetti, alcune delle nostre difficoltà derivano da come educhiamo. Un nuovo contratto sociale per l’educazione deve consentirci di pensare in modo diverso all’apprendimento e alle relazioni tra gli studenti, le studentesse, gli insegnanti, la conoscenza e il mondo.

Proposte per rinnovare l’educazione

La pedagogia dovrebbe essere organizzata intorno ai principi di cooperazione, collaborazione e solidarietà. Dovrebbe stimolare le capacità intellettuali, sociali e morali degli studenti e delle studentesse per lavorare insieme e trasformare il mondo con empatia e compassione. Occorre inoltre disimparare i pregiudizi, i preconcetti e le divisioni. La valutazione dovrebbe riflettere questi obiettivi pedagogici in modo da promuovere una crescita e un apprendimento significativi per ogni studente e studentessa.

I curricoli dovrebbero enfatizzare l’apprendimento ecologico, interculturale e interdisciplinare che aiuta gli studenti e le studentesse ad accedere alle conoscenze e a produrle, sviluppando al contempo la loro capacità di applicarle e metterle in discussione. I curricoli devono abbracciare una comprensione ecologica dell’umanità che riequilibri il modo in cui ci rapportiamo alla Terra come pianeta vivente e come nostra unica casa. La diffusione della disinformazione dovrebbe essere contrastata attraverso alfabetizzazioni scientifiche, digitali e umanistiche che sviluppino la capacità di distinguere il falso dal vero. Nei contenuti, nelle politiche e nei metodi educativi dovremmo promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica.

L’insegnamento dovrebbe essere ulteriormente professionalizzato come uno sforzo collaborativo in cui gli insegnanti sono riconosciuti per il loro lavoro in quanto produttori di conoscenza e figure chiave nella trasformazione educativa e sociale. La collaborazione e il lavoro in team dovrebbero caratterizzare l’attività degli insegnanti. La riflessione, la ricerca e la creazione di conoscenze e nuove pratiche pedagogiche dovrebbero diventare parte integrante dell’insegnamento. Ciò significa che è necessario sostenere l’autonomia, la libertà e la piena partecipazione al dibattito pubblico e al dialogo sui futuri dell’educazione degli e delle insegnanti.

Le scuole dovrebbero essere luoghi educativi protetti per l’inclusione, l’equità e il benessere individuale e collettivo che sostengono, ma anche re-immaginate per promuovere meglio la trasformazione del mondo verso futuri più giusti, equi e sostenibili. Le scuole devono essere luoghi che riuniscono gruppi diversi di persone e li espongono a sfide e possibilità non disponibili altrove. Le architetture, gli spazi, i tempi, gli orari scolastici e i gruppi di studenti e studentesse dovrebbero essere riprogettati per incoraggiare e consentire agli individui di lavorare insieme. Le tecnologie digitali dovrebbero avere lo scopo di sostenere – e non di sostituire – le scuole. Le scuole dovrebbero modellare i futuri a cui aspiriamo, garantendo i diritti umani e diventando esempi di sostenibilità e neutralità carbonica.

Dovremmo sfruttare e ampliare le opportunità educative che si presentano nel corso della vita e in diversi spazi culturali e sociali. In ogni momento della vita le persone dovrebbero avere opportunità educative significative e di qualità. Dovremmo collegare i luoghi di apprendimento naturali, costruiti e virtuali, sfruttando attentamente le migliori potenzialità di ciascuno. Le responsabilità principali ricadono sui governi, la cui capacità di finanziamento pubblico e di regolamentazione dell’educazione dovrebbe essere rafforzata. Occorre ampliare il diritto all’educazione affinché sia esteso a tutta la vita e comprenda il diritto all’informazione, alla cultura, alla scienza e alla connettività.

Catalizzare un nuovo contratto sociale per l’educazione

Il cambiamento e l’innovazione su larga scala sono possibili. Costruiremo un nuovo contratto sociale per l’educazione attraverso milioni di atti individuali e collettivi – atti di coraggio, leadership, resistenza, creatività e cura. Un nuovo contratto sociale deve superare la discriminazione, l’emarginazione e l’esclusione. Dobbiamo impegnarci a garantire l’uguaglianza di genere e i diritti di tutti, a prescindere da razza, etnia, religione, disabilità, orientamento sessuale, età o cittadinanza. È necessario un impegno massiccio per il dialogo sociale, per pensare e agire insieme.

Un invito alla ricerca e all’innovazione. Un nuovo contratto sociale richiede un programma di ricerca collaborativo a livello mondiale che si concentri sul diritto all’educazione per tutto l’arco della vita. Questo programma deve essere incentrato sul diritto all’educazione e deve includere diversi tipi di prove e modi di conoscere, compresi l’apprendimento orizzontale e lo scambio di conoscenze oltreconfine. I contributi dovrebbero essere accolti da tutti, dagli insegnanti agli studenti e alle studentesse, dagli accademici e dai centri di ricerca ai governi e alle organizzazioni della società civile.

Un appello alla solidarietà globale e alla cooperazione internazionale. Un nuovo contratto sociale per l’educazione richiede un rinnovato impegno per una collaborazione globale, a sostegno dell’educazione come bene comune, basata su una cooperazione più giusta ed equa tra attori statali e non. Oltre ai flussi Nord-Sud di aiuti all’educazione, è necessario rafforzare la generazione di conoscenze e testimonianze attraverso la cooperazione Sud-Sud e triangolare. La comunità internazionale svolge un ruolo fondamentale nell’aiutare i Paesi e gli attori non statali ad allinearsi su obiettivi, norme e standard condivisi, necessari per realizzare un nuovo contratto sociale per l’educazione. In questo senso, si dovrebbe rispettare il principio di sussidiarietà e vanno incoraggiati gli sforzi a livello locale, nazionale e regionale. Le esigenze educative di richiedenti asilo, rifugiati, apolidi e migranti, in particolare, devono essere sostenute attraverso la cooperazione internazionale e il lavoro delle istituzioni globali.

Le università e gli altri istituti di educazione superiore devono essere attivi in ogni aspetto della costruzione di un nuovo contratto sociale per l’educazione. Le università, che sono creative, innovative e impegnate a rafforzare l’educazione come bene comune, hanno un ruolo chiave da svolgere nei futuri dell’educazione, sostenendo la ricerca e il progresso della scienza e fungendo da partner di altre istituzioni e programmi educativi nelle loro comunità e in tutto il mondo.

È essenziale che tutti possano partecipare alla costruzione dei futuri dell’educazione: bambini e bambine, giovani, genitori, insegnanti, ricercatori e ricercatrici, attivisti e attiviste, datori e datrici di lavoro, leader culturali e religiosi. Abbiamo tradizioni culturali profonde, ricche e diverse su cui basarci. Gli esseri umani hanno una grande capacità di azione collettiva, intelligenza e creatività. E ora ci troviamo di fronte a una scelta seria: continuare su un percorso insostenibile o cambiare radicalmente rotta.

Questo Rapporto propone risposte alle tre domande essenziali: Che cosa dovremmo continuare a fare? Che cosa dovremmo abbandonare e che cosa dovrebbe essere re-immaginato in modo creativo? Ma le proposte qui presentate sono solo un inizio. Questo Rapporto è più un invito a pensare e immaginare che un modello. Queste domande devono essere affrontate e risolte nelle comunità, nei Paesi, nelle scuole, nei programmi e nei sistemi educativi di ogni tipo, in tutto il mondo.

La creazione di un nuovo contratto sociale per l’educazione è un passo fondamentale per ripensare insieme i nostri futuri.

Il documento dell’UNESCO, tradotto in italiano dal Gruppo Editoriale La Scuola, è disponibile al seguente link: https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000384298 (versione completa); https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000379381_ita (sintesi)

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