Un nuovo patto UE per migrazioni e asilo politico

«Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia»: è evidente la soddisfazione del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nell’annunciare che l’Eurocamera e il Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo. Nuove regole, dunque, e nuove soluzioni per dare il via a «un momento storico», salutato anche dall’Onu come «una tappa positiva». «L’Europa — spiega ancora Metsola — ha bisogno di un quadro legislativo solido, uguale in tutti gli Stati membri, che funzioni e che protegga un approccio che sia umano ed equo per chi cerca protezione, fermo contro quelli che non hanno diritto e rigido contro coloro che sfruttano i più vulnerabili».

Il traguardo odierno non è stato facile da raggiungere: le discussioni e le trattative si sono susseguite praticamente per dieci anni. La svolta, però, è avvenuta nelle ultime 48 ore, quando è stata trovata l’intesa sugli elementi politici fondamentali di cinque regolamenti chiave del Patto. I cinque “pilastri” in questione riguardano tutte le fasi della gestione dell’asilo e della migrazione: screening dei migranti irregolari al loro arrivo nell’Ue, rilevamento dei dati biometrici — inclusi il riconoscimento facciale e le impronte digitali per i minori dai 6 anni in su —, procedure per presentare e gestire le domande di asilo e norme per determinare quale Stato membro ne è responsabile.

Il nuovo regolamento, inoltre, prevede la solidarietà obbligatoria per i Paesi dell’Ue riconosciuti sotto pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio o il versamento di contributi finanziari. Un dettaglio non da poco e che assume un significato particolare, dato che proprio oggi ricorre la Giornata internazionale della solidarietà umana, stabilita dalle Nazioni Unite nel 2005 e che indica nella solidarietà «uno dei valori fondamentali e universali che dovrebbero essere alla base delle relazioni tra i popoli».

Nelle prossime settimane, l’Ue continuerà a lavorare a livello tecnico per definire i dettagli del nuovo regolamenti. Successivamente, l’accordo raggiunto oggi sarà sottoposto al Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Ue (Coreper) per la sua conferma. Di contro, l’Ungheria ha già respinto l’intesa «con la massima fermezza».

«La migrazione è una sfida europea che richiede soluzioni europee — afferma il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen —. Questo accodo sul Patto garantirà una risposta europea efficace a questa sfida. Ciò significa che saranno gli europei a decidere chi verrà nell’Ue e chi potrà restarvi, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno». Di «svolta» parla anche il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas, sottolineando come la strada verso l’accordo sia stata «lunga», ma come l’Europa stia «finalmente raggiungendo risultati in materia di migrazione».

Sulla stessa linea anche il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, che — in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’Ue —, definisce l’accordo di Bruxelles come «un vero successo», un’intesa «fondamentale anche per la Spagna e per la sua posizione geografica», in quanto le permetterà di «migliorare la gestione delle nostre frontiere e di guidare in modo più umano e coordinato il flusso migratorio».

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