In asccolto dei giovani che non conosciamo

NUOVA ATLANTIDE, Trimestrale di cultura civile, agosto 2023

Disagi estesi e profondi, non solo nelle periferie. E istanze positive, sovente disattese. C’è una frattura che riguarda una generazione. E che chiama in causa drammaticamente gli adulti

Interamente dedicato ai giovani è il numero 10 di Nuova Atlantide, da oggi online. “Chi siete? Chi siamo?” è il titolo in due domande. Chi sono loro, i giovani. Che, bisogna ammetterlo, non conosciamo. E quindi dobbiamo imparare innanzitutto ad ascoltare. Ma anche chi siamo noi, gli adulti. Che siamo venuti meno alla nostra identità e missione di padri e di madri. Tanto che la pratica della non-conoscenza ha finito per creare una non-relazione, una barriera di incomprensione.

Ecco: “Conoscere i giovani per riconoscersi veri adulti” è quanto propone l’editoriale di Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, offrendo un fil-rouge che lega i numerosi contributi presenti nella rivista. Contributi di studiosi e di educatori, ma anche – nella sezione finale “Focus”, di giovani cui viene data voce per raccontare desideri, domande e problemi a partire dalla loro esperienza.

LE FRATTURE E IL DONO DELLA RELAZIONE

Gli adulti devono ripartire da qui per chiedersi non come fare per imbottire i giovani di regole e schemi del passato, ma “che cosa possiamo aiutarli a diventare”, in un percorso generativo di nuovi valori. È la tesi del sociologo Alessandro Rosina. Tenendo conto della complessità del contesto, caratterizzato da fenomeni che hanno investito i giovani come l’assenza del limite,  l’abolizione delle differenze e la prevalenza della negazione (Cesare Cornaggia e Federica Peroni), l’individualismo e la cancellazione della memoria (Giovanna Rossi): tutti fattori che evidenziano la necessità di rimettere al centro “il dono della relazione”.

Proprio la qualità delle relazioni, insieme al valore del lavoro, è quanto si attendono i giovani dall’impiego che cercano o ricoprono; lo mostrano recenti indagini commissionate dai sindacati, qui commentate da Ivo Lizzola.

Nel futuro prossimo dell’Italia i giovani saranno sempre di meno (Giancarlo Blangiardo), in disparte rispetto alla politica (Ugo Finetti), orfani delle vecchie agenzie educative, e tuttavia protagonisti: devono dunque essere messi al centro dei progetti e degli investimenti di grande respiro (ancora Blangiardo).

Decisivo il ruolo degli educatori, a cominciare dalla scuola. Due professori (Franco Nembrini e Rossella Carone) raccontano in che modo di è infranta la barriere di incomunicabilità tra l’adulto e il cuore di giovani studenti.

Da qui in poi il numero di Nuova Atlantide è un microfono aperto ai giovani impegnati in esperienze di relazioni e protagonismo nella società (Antonio Di Gisi, Legambiente di Avellino e Conchita Sannino che racconta l’opera di ripristino a prossima riapertura dell’Antico Cimitero delle Fontanelle a Napoli).

VOCI DI UNA GENERAZIONE

Seguono dodici “voci di una generazione”; giovani di venti-trent’anni italiani e non. Così li presenta il direttore Enzo Manes nella sua “anteprima”: “Chi è andato negli USA dal Bangladesh, Paese dell’Asia meridionale, per approfondire il suo desiderio di conoscenza. Allo stesso modo della giovane Erasmus. C’è il musicista rap, la calciatrice come la frequentatrice di centri sociali. E poi l’imprenditore, il manager, l’imprenditore cuoco e insegnante nato in Marocco. Il giovane politico. E due operaie impegnate nella meccanica di precisione. E due ucraini: uno che sta in Italia, l’altro che vive a Kharkiv, fattorino sotto le bombe. Una bella e intensa coralità, dunque. Un racconto dal vivo per cercare di capire quel che sono i loro desideri, quel che vivono, quel che sperano. Nulla di statistico. Tutto di vero. Una fotografia d’insieme dove ogni singola storia esprime un piccolo spaccato di vita intensa. Su cui riflettere”.

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