“Sul clima diciamo basta ai negazionismi, la politica affronti questa sfida”

MICHAEL CZERNY, intervistato da IACOPO SCARAMUZZI

Il rapporto di Nature che ha registrato 61 mila morti per il caldo in Europa nel 2022 porta il problema del riscaldamento globale, drammaticamente, «nelle nostre case: nella mia, nella tua». Lo afferma il cardinale Michael Czerny, prefetto del dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ossia “ministro” di papa Francesco per le questioni sociali e ambientali, sottolineando che il cambiamento climatico non è un problema degli altri: «Ciascuno deve riconoscere che non può continuare a vivere come ha vissuto finora se vogliamo evitare questa strage», afferma il porporato gesuita, che legge anche le iniziative dei giovani attivisti come una protesta contro «la paralisi politica che non è capace di prendere in mano il problema».

Nella Laudato si’ Francesco scriveva che “l’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano”: un’enciclica profetica?

«Purtroppo non era profetica ma rilevante e attuale: ciò che c’è scritto era vero allora, oggi è molto peggio e più evidente, ma non era profetica: era precisa, era veritiera. E il tema centrale, che il Santo Padre ha ripetuto mille volte, è che il problema e la soluzione cominciano con me».

Cosa dovrebbe fare l’umanità, secondo il Papa?

«Spero che questo nuovo rapporto di Nature ci aiuti ad abbandonare la parola “umanità” e passare a parlare dei singoli: bisogna ridurre l’astrazione e questo triste e allarmante rapporto ci aiuta a vedere che questo è un problema reale, non è un’idea, ci tocca da vicino, non riguarda solo altri che sono lontani. Questa è l’unica possibilità di un cambiamento. Bisogna lasciare il negazionismo e affrontare la triste realtà, e ciascuno deve riconoscere che non può continuare a vivere come ha vissuto finora se vogliamo evitare questa strage. Il rapporto porta ilmessaggio della L’audato si’ a casa: a casa mia, a casa tua. Bisogna smettere di parlare degli altri e riconoscere che questo è il mio problema, il problema dei nostri figli e dei nostri nipoti».

A essere colpiti dai cambiamenti climatici, come sottolinea il Papa, sono tutti, ma in particolare i più deboli: gli anziani, i poveri, i migranti: come tutelarli?

«Se le persone, le società, i governi non accettano il problema come proprio è inutile parlare dei deboli, diventa triste retorica. Se noi non siamo disposti a cambiare, non c’è nessuna possibilità di aiutare gli altri. Forse in passato abbiamo avuto maggiore prosperità e abbiamo potuto pagare con una certa generosità il terzo mondo mentre noi potevamo continuare a incrementare il nostro stile di vita. Questo oggi non è più possibile. Questa è la cosa più difficile da accettare: è più facile dirmi che mi devo prendere cura di un povero che sta morendo nel caldo della sua abitazione che contribuire ai cambiamenti importanti che tutti, tutti dobbiamo fare».

Il Papa parla di migranti climatici, i politici spesso parlano di migranti economici…

«I migranti economici sono una bugia, una falsità, un’ideologia e i giornalisti contribuiscono al problema ripetendo questa espressione demagogica. Il fantasma del migrante economico è molto utile per la retorica. Ciascuno di noi si metterebbe in movimento se non potesse sostenere la sua famiglia. Io chiedo: se tu ti rendi conto che non c’è acqua potabile per i tuoi bambini, quanto tempo aspetti prima di migrare? Un giorno?».

Cosa pensa delle proteste per il clima messe in scena dai ragazzi, con provocazioni come il lancio della vernice sui quadri?

«Mi fa pena che la società non dia loro occasioni più costruttive. Questo è il punto. Questi atti sono una protesta sul clima ma soprattutto sulla paralisi politica che non è capace di prendere in mano il problema».

in “la Repubblica” del 12 luglio 2023

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