Criminalità e sicurezza in Italia

ISTAT

Nel 2021, si osserva un aumento del numero dei delitti denunciati (+10,7%), che compensa, solo in parte, la contrazione registrata nell’anno precedente, dovuta principalmente ai drastici cambiamenti nei comportamenti sociali conseguenti alla pandemia da COVID-19. Vi sono anche reati il cui compimento non è stato ostacolato dalle misure restrittive alla mobilità adottate durante la pandemia, ma anzi favorito da tale situazione, come le truffe e frodi informatiche, per le quali si osserva un incremento del 38,9% tra il 2019 e il 2021, e i delitti informatici (+36,7% nello stesso periodo).

Nel 2021, gli omicidi volontari consumati sono stati 304 (0,51 per 100 mila abitanti), un valore che, seppur in crescita rispetto all’anno precedente, si riallinea al trend discendente di lungo periodo che caratterizza questo reato. Rimangono forti le differenze a livello territoriale. Nel Mezzogiorno, rispetto al Centro-Nord, si registra un’incidenza decisamente più elevata degli omicidi volontari (rispettivamente, 0,67 e 0,43 omicidi per 100 mila abitanti).

Nel 2021, tre vittime di omicidio su cinque sono maschi. Nel Centro-Nord, l’incidenza degli omicidi non presenta differenze di genere, mentre, nel Mezzogiorno, quasi i tre quarti degli omicidi hanno come vittima un maschio. Quando la vittima è una femmina, l’elemento che connota questi crimini è il fatto che l’evento si consuma prevalentemente in ambito familiare: nel 58,8% dei casi, l’assassino è il partner o l’ex partner, nel 25,2% un altro parente. Le femmine assassinate conoscevano il proprio assassino ad altro titolo nel 5,0% dei casi, mentre non emerge alcuna relazione nel restante 11,0%. Quando la vittima è un maschio, invece, solo il 4,3% degli omicidi avviene all’interno della relazione di coppia attuale o passata, e nel 16,8% è opera di un altro parente; per il 15,2% dei casi si tratta di persone conosciute, mentre nel 43,0% non risulta alcuna relazione tra autore e vittima. Quando la vittima è un uomo, l’autore rimane sconosciuto nel 20,7% dei casi (nel 2021, non ci sono, invece, casi irrisolti tra gli omicidi di donne).

Nel 2022, la quota più elevata di famiglie che percepisce il rischio di criminalità si registra nel Centro (25,5%), seguita dal Mezzogiorno (22,7%). Le Regioni che manifestano le percentuali più elevate sono Campania (33,6%) e Lazio (31,5%), dove il valore è sensibilmente superiore al dato nazionale (21,9%).

Nel 2022, la popolazione carceraria adulta è cresciuta del 3,8%, rispetto all’anno precedente, e ammonta a 56.196 unità alla fine dell’anno. Poiché i posti regolamentari nelle strutture carcerarie nello stesso arco di tempo risultano anch’essi aumentati, ma in misura minore (+1,0%), si registra un aumento dell’indice di affollamento, che passa dai 106,5 detenuti per 100 posti regolamentari dell’anno 2021, ai 109,5 del 2022. Il 61,9% degli istituti penitenziari risulta in condizioni di sovraffollamento, cioè ospita più detenuti di quanti siano i posti regolamentari destinati a tale scopo. In tali istituti, è ospitato il 75,0% delle persone detenute in Italia. La necessità di custodire distintamente i detenuti, oltre che per sesso, anche secondo altri criteri (tossicodipendenti, detenute madri, detenuti a custodia attenuata, di alta sicurezza, eccetera), può portare localmente a situazioni più critiche di quanto il dato nazionale sul sovraffollamento possa mostrare. A livello regionale, il sovraffollamento maggiore si riscontra in Puglia e in Lombardia (rispettivamente, 135,7 e 132,0 detenuti per 100 posti letto regolamentari).

(Testo tratto da ISTAT, Noi-Italia 2023 in breve)

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