La repressione in Iran. Salgono a 13 mila i casi di intossicazione tra le studentesse

TEHERAN , 14. Nuove dimostrazioni di protesta si sono tenute nelle ultime ore in alcune città iraniane, tra cui la capitale Teheran. Lo rende noto Bbc Persian, riportando l’appello degli attivisti a manifestare per tre giorni, all’insegna di “donna, vita, libertà”, lo slogan simbolo del dissenso esploso in settembre dopo la morte di Mahsa Amini.

I social riportano intanto la notizia dell’arresto per 48 ore delle 5 ragazze, il cui video era diventato virale, che l’8 marzo avevano festeggiato la Giornata internazionale della donna ballando in pubblico a capo scoperto.

Si fa inoltre sempre più preoccupante la vicenda delle studentesse intossicate: sono saliti infatti a 13.000 i casi dallo scorso novembre. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Tasnim. Ma rimangono ancora da chiarire le cause: secondo alcune ong in difesa dei diritti umani, si tratterebbe di azioni deliberate per impedire l’istruzione femminile, dopo proteste in corso da quasi sei mesi anche nelle scuole. Le autorità hanno confermato l’arresto di un centinaio di persone accusate degli avvelenamenti e hanno al contempo annunciato la grazia per 22.000 prigionieri, recentemente condannati o accusati per aver preso parte alle manifestazioni.

in L’Osservatore Romano, 14 marzo 2023

Contrassegnato da tag