L’Onu: la Russia si ritiri dall’Ucraina

L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato questa notte (24 febbraio 2023) a New York una risoluzione che invita la Russia a ritirarsi «incondizionatamente e immediatamente» dall’Ucraina per arrivare ad una pace «complessiva, giusta e duratura» nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Sono stati ben 141 i voti favorevoli a questa risoluzione promossa in coincidenza con l’anniversario di un anno di guerra — lo stesso numero ottenuto in un altro documento simile votato dall’Onu lo scorso 2 marzo — ma con astensioni “di peso” da parte di Cina e India più quelle di altri 30 Paesi tra cui Cuba, Pakistan, Angola, Etiopia, Algeria, Sudafrica, Zimbabwe, Iran, Armenia, Kazakhstan e Uzbekistan. Solo sette i voti contrari: Russia, Belarus, Siria, Nord Corea, Eritrea, Mali e Nicaragua.

In coincidenza con un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha osservato che il 24 febbraio 2022 «è stato il giorno più duro della storia moderna». «Quel giorno — ha dichiarato Zelensky — milioni di noi hanno fatto una scelta: non una bandiera bianca, ma quella blu e gialla». Se il 2022 è stato un anno di «resistenza, dolore, tristezza, fede e unità», ha proseguito il presidente ucraino, «sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria». Negli ultimi 12 mesi, ha sottolineato Zelensky, l’Ucraina «ha sorpreso, ispirato e unito il mondo» osservando che «Bucha, Irpin, Kherson e Mariupol sono le capitali della nostra invincibilità».

Tanti capi di Stato e di governo hanno espresso solidarietà all’Ucraina oggi in coincidenza con l’anniversario di un anno di questa guerra disastrosa nel cuore dell’Europa. «Un anno di brutale aggressione russa. Un anno di eroica resistenza ucraina», ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ribadendo che l’Ue sarà con Kyiv «per tutto il tempo necessario». E il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki, si trova oggi in visita a Kyiv.

Il fermo sostegno all’Ucraina è stato riaffermato anche dai Paesi del G7 , i cui leader hanno in programma per oggi alle 15 un incontro virtuale: secondo la Casa Bianca, il presidente Usa Joe Biden e gli altri capi di governo ribadiranno l’impegno a «continuare a coordinare gli sforzi per sostenere l’Ucraina e far pagare alla Russia i costi di questa guerra». E una dichiarazione del Consiglio della Nato evidenzia che l’Alleanza atlantica sta intensificando ulteriormente il sostegno politico e pratico all’Ucraina. «Il messaggio che invio oggi a Mosca è che Putin ha avviato questa guerra, il presidente Putin può porre fine a questa guerra oggi ritirando le sue truppe. Se non lo fa, noi staremo con l’Ucraina fino a quando sarà necessario», ha rimarcato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa aa Tallin con Von der Leyen.

Il governo cinese ha intanto presentato ieri un piano di pace in 12 punti: il primo di questi invoca il rispetto della «sovranità nazionale di tutti i Paesi». L’ottavo evidenzia che le armi nucleari «non possono essere usate» come pure va quelle biologiche e chimiche. La Cina chiede inoltre a Russia e Ucraina di «rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale, evitando di attaccare i civili o le strutture civili», ma si oppone anche «a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata dalle Nazioni Unite». Pechino sollecita infine il cessate il fuoco e la fine dei combattimenti in Ucraina perché la guerra «non prevede vincitori», invitando a evitare che la crisi vada fuori controllo e «a sostenere Russia e Ucraina» affinché riprendano «il dialogo diretto non appena possibile».

Ma le prospettive concrete di avviare negoziati di pace rimangono molto remote. Gli Stati Uniti, tramite il portavoce Karine Jean-Pierre, hanno espresso scetticismo sulla proposta cinese, evidenziando che «la Russia non vuole negoziare la pace». E sempre da Washington è arrivato un commento sull’annuncio di Mosca sulla sospensione del Trattato Start che prevede un contenimento della proliferazione delle armi nucleari. Gli Stati Uniti sono pronti a riprendere i negoziati con la Russia sul trattato New Start «anche domani», ha detto il vice segretario di Stato Usa, Victoria Nuland, in un’intervista all’agenzia di stampa russa Tass. «Gli Stati Uniti e la Russia — ha aggiunto la diplomatica — hanno una grande responsabilità nei confronti del mondo intero per il mantenimento della sicurezza degli arsenali nucleari. E noi dobbiamo fare il nostro lavoro».

in L’Osservatore Romano, 24 febbraio 2023