Lo sviluppo delle competenze socio-emotive nella scuola 4.0

VITTORIA VOLTERRANI

Nella scuola 4.0 c’è spazio per la persona?
La scuola 4.0 nasce per preparare i ragazzi ad affrontare realtà complesse e in continuo cambiamento, intrise di tecnologia e digitale, in cui essere protagonisti attivi e consapevoli, capaci di analizzare, creare, discutere, confrontare, decidere, includere, reagire, resistere, adattare…
Non può esserci una scuola 4.0 senza che si lavori anche sulle competenze socio-emotive, indispensabili per affrontare una vita 4.0.

Piano Scuola 4.0: una radicale trasformazione del concept scolastico

Il Piano Scuola 4.01 porta nella scuola una radicale trasformazione degli ambienti di apprendimento, che devono diventare flessibili, inclusivi, orientanti, aumentati dall’uso del digitale, atti a promuovere pensiero critico e creativo, e a sostenere la capacità di risolvere problemi.
Spazio, tempo e didattica sono elementi fondamentali da considerare per rimodulare un concept di scuola più aderente alla realtà che i ragazzi vivono e vivranno nel loro futuro. Non a caso, alla completa rimodulazione degli ambienti viene associato l’uso di metodologie innovative che mettono al centro lo studente, per aiutarlo a sviluppare, all’interno di una didattica principalmente group based, la capacità di lavorare in modo attivo e collaborativo, fortemente richiesta anche nel mondo del lavoro. Una scuola che abitui l’alunno semplicemente ad ascoltare e comprendere contenuti ed eseguire consegne, prassi tipica della didattica frontale, non sarebbe infatti più utile alle nuove generazioni per affrontare una quotidianità di vita altamente complessa e variabile.

E la scuola deve preparare alla vita.

Metodologie attive, quali PBL (Project Based Learning), Debate, Inquiry Based Learning, Cooperative Learning, Work Based Learning mettono al centro lo studente, lo rendono protagonista e lo inseriscono in un contesto di apprendimento articolato che promuove contemporaneamente e parimenti competenze accademiche e competenze di vita.

Certamente i tempi necessari all’apprendimento si dilatano, perché l’oggetto dell’apprendere è molto più ampio, sfaccettato, profondo e durevole della semplice lezione scolastica da imparare e riportare al docente.

All’interno di ogni percorso sviluppato in metodologia attiva in un ambiente d’apprendimento inclusivo e aumentato dal digitale, l’alunno allena, consapevolmente o no, la sua capacità di affrontare realtà complesse nel futuro, diventando abile nel dare il proprio contributo personale al raggiungimento di obiettivi comuni.

La scuola 4.0 è una scuola che ribalta paradigmi educativi ormai lontanissimi dalla realtà, perché nati per rispondere ad esigenze di vita distanti, radicalmente diverse da quelle che viviamo oggi e che vivremo domani.

Il ribaltamento è necessario.

Il futuro ha bisogno di persone consapevoli, adattabili al continuo cambiamento, critiche e creative, resistenti, capaci di imprenditività.

La scuola deve cambiare perché il mondo è cambiato.

Competenze di vita e ruolo docente

Educare alla complessità è dunque compito prioritario della scuola. La gestione della complessità richiede una solidità emotiva e sociale che va costruita in modo sistemico e coerente dalla primissima infanzia all’età adulta. Come dire: senza le basi, scordatevi le altezze!

Le competenze di vita necessarie a formare persone capaci di vivere in modo soddisfacente la propria quotidianità, non si sviluppano solo per caso, semplicemente andando a scuola o frequentando il gruppo dei pari, ma richiedono un lavoro costante da parte dei docenti, delle famiglie, della comunità, anche perché le opportunità di apprendimento informale, in cui i giovani si trovano a vivere in modo autonomo esperienze di vita, sono sempre più rare.

Come contribuire alla formazione di adulti consapevoli, empatici, capaci di comunicare e di relazionarsi con persone e in contesti differenti, responsabili delle proprie scelte e decisioni, in grado di affrontare la realtà del XXI secolo e al contempo abituarli ad un uso diffuso e proattivo del digitale?

Sicuramente il nuovo concept di scuola proposto dal Piano Scuola 4.0 va nella direzione giusta, perché lavorare in modo attivo su percorsi complessi che vedono protagonisti gli studenti, in ambienti adatti e aumentati dal digitale, contribuisce ad allenare le competenze accademiche e di vita necessarie alle nuove generazioni.

Il ruolo docente è, come la scuola, in profondo cambiamento e non può più limitarsi alla trasmissione dei saperi come priorità formativa. È un ruolo che deve abbracciare e sostenere in primis la formazione della persona, divenire più educativo che trasmissivo, e innestare la specifica disciplina in situazioni di apprendimento autentico. Di certo, quello docente, è un ruolo più impegnativo e multitasking che in passato, necessita di consapevolezza e impegno educativi, e contribuisce a riconnettere scuola e realtà, perché porta il discente a vivere esperienze “intere” non più frammentate e limitate a singoli settori (le discipline); esperienze più simili, quindi, a ciò che dovrà affrontare nel suo percorso di vita.

Progettare con i colleghi, in modo collaborativo, percorsi di apprendimento autentici che promuovano l’acquisizione di competenze digitali, accademiche e di vita, significa restituire agli alunni motivazione e senso dell’apprendere e li aiuta a crescere come persone.

Avere consapevolezza di che cosa ci sia alla base delle competenze di vita e di come aiutare gli studenti nella formazione della propria individualità è per il docente di oggi indispensabile e diviene condizione necessaria ad operare nel nuovo concept di scuola proposto dal Piano Scuola 4.0.

Che cosa sono le competenze socio-emotive

Le competenze socio-emotive sono alla base di molte altre competenze di vita ed è per questo fondamentale non solo avere consapevolezza di quali siano, ma introdurre la loro acquisizione nel proprio fare didattico quotidiano, al di là della specifica materia, come approccio generale al sistema di insegnamento/ apprendimento.

L’espressione “apprendimento sociale ed emotivo” (Social Emotional Learning, SEL) appare per la prima volta nel 1994, in un incontro ospitato dall’Istituto Fetzer. Nel 1994 viene anche fondato da alcuni ricercatori, tra cui Daniel Goleman, il CASEL (Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning), che da allora si impegna a promuovere equità ed eccellenza nell’educazione. In Italia, l’espressione Social Emotional Learning viene spesso tradotta in “competenze socio-emotive”, cioè quell’insieme di competenze che consentono a un individuo di vivere una vita sana e consapevole. Più precisamente, secondo la definizione aggiornata nel 2020 dal CASEL “Definiamo l’apprendimento sociale ed emotivo (SEL) come parte integrante dell’educazione e dello sviluppo umano. Il SEL è il processo attraverso il quale tutti i giovani e gli adulti acquisiscono e applicano conoscenze, competenze e atteggiamenti utili a sviluppare sane identità, gestire le emozioni e raggiungere obiettivi personali e collettivi, sentire e mostrare empatia per gli altri, stabilire e mantenere relazioni di sostegno e prendere decisioni responsabili e premurose. Il SEL promuove l’equità e l’eccellenza educativa attraverso autentiche partnership scuola-famiglia-comunità per stabilire ambienti ed esperienze di apprendimento caratterizzati da rapporti di fiducia e collaborazione, da un curriculum e da un’istruzione rigorosa e significativa e da una valutazione continua. Il SEL può contribuire ad affrontare varie forme di disuguaglianza e a dare ai giovani e agli adulti la possibilità di co-creare scuole fiorenti e contribuire a comunità sicure, sane e giuste”.

Le aree di competenza identificate e promosse dal CASEL sono cinque:

1. Autoconsapevolezza
2. Autogestione
3. Consapevolezza sociale

4. Capacità relazionali
5. Capacità di prendere decisioni responsabili.

Esse vengono sviluppate in un contesto allargato e interconnesso in cui classe, scuola, famiglia e comunità educante lavorano insieme per realizzare un percorso educativo comune, in cui le esperienze di apprendimento sono caratterizzate da relazioni di reciproca fiducia e sviluppate in ambienti di apprendimento, dentro e fuori la scuola, emotivamente sicuri e stimolanti, utili a promuovere la costruzione di un senso di comunità giusta ed etica.

Dal 2015, l’OCSE si è occupato di competenze socio-emotive attraverso diversi studi e ricerche che hanno dimostrato che sia le abilità cognitive che quelle sociali ed emotive migliorano i risultati della vita a livello sociale e individuale. In uno studio iniziato nel 2018, l’OCSE individua un modello che comprende un insieme di 15 competenze sociali ed emotive, reciprocamente correlate all’interno di cinque ampi settori. Nel 2017, anche l’Unesco, nell’Agenda 2030, declina ognuno dei diciassette Goals per lo Sviluppo Sostenibile in obiettivi di tipo cognitivo, socio-emotivo e comportamentale, a sottolineare l’importanza di un tipo di educazione olistica che non può dunque più essere orientata ai soli aspetti accademici.

Come promuovere l’acquisizione di competenze socio emotive nella Scuola 4.0

In molti Paesi europei, l’educazione socio-emotiva è parte integrante e obbligatoria dei curricula scolastici ed è da tempo incorporata nella prassi didattica di ogni docente.

Parlare di educazione socio-emotiva in Italia, non è invece semplice: mancano formazione del corpo docente, cultura consapevole, prassi didattica e un’esplicita richiesta formale a implementare percorsi specifici.

L’ambito socio-emotivo è infatti presente nelle Indicazioni Nazionali, ma integrato e diffuso nel concept generale e nel profilo dello studente, senza proporne tuttavia una sua chiara definizione, uno spazio proprio.

In assenza di una consapevolezza educativa e didattica del corpo docente, l’educazione socio-emotiva viene generalmente semplificata, gestita in modo sporadico e spesso purtroppo banalizzata con attività poco rispondenti alla profondità e all’ampiezza dell’ambito.

Le competenze socio-emotive si sviluppano in tutte le tre aree dell’apprendimento (formale, informale e non formale), ma a scuola devono trovare uno spazio nell’ambito formale. Sono i docenti (il plurale non è casuale) che, scientemente, progettano e implementano situazioni adatte a promuoverne l’acquisizione. Si deve perciò creare una prassi didattica che porti i ragazzi, durante brevi ma frequenti attività, a conoscere se stessi, a ragionare sui comportamenti e conseguenze, a riflettere sul rapporto con gli altri e con il mondo, ad considerare l’etica del fare, a stare insieme in modo piacevole, ma critico/costruttivo e non giudicante.

A seguito, nel dettaglio di ogni competenza socio-emotiva, sono riportati alcuni spunti di riflessione su azioni chiave e possibili attività da proporre.

AutoconsapevolezzaLa capacità di identificare accuratamente i propri sentimenti, pensieri, valori, convinzioni, punti di forza e debolezza.

Si sviluppa aiutando gli alunni a:
– integrare le identità personali e sociali;
– identificare il patrimonio personale, culturale e linguistico;
– identificare le proprie emozioni;
– dimostrare onestà e integrità;
– collegare sentimenti, valori e pensieri;
– esaminare pregiudizi e preconcetti;
– sperimentare autoefficacia;
– sviluppare autostima;
– svilupparegrowth-mindset10;
– identificare interessi e scopi.

Alcuni esempi di possibili attività: esercizi di consapevolezza corporea, attività di mindfulness, visualizzazioni creative, role playing, lessico delle emozioni associato a situazioni di vita, attività di orientamento, analisi e discussione di brevi filmati.

Autogestione – La capacità di controllare efficacemente e di esprimere in modo appropriato le proprie emozioni e i propri comportamenti, di sviluppare e perseguire con efficacia obiettivi per il successo personale.

Si sviluppa aiutando gli alunni a:
– gestire le proprie emozioni;
– identificare e utilizzare strategie di gestione dello stress;
– dimostrare autodisciplina e automotivazione;
– definire obiettivi personali e collettivi;
– utilizzare capacità di pianificazione e organizzazione;
– mostrare il coraggio di prendere iniziative;
– dimostrare la capacità di agire a livello personale e collettivo.

Alcuni esempi di possibili attività: creazione di un ambiente sicuro e auto regolato, tecniche di esternazione di situazioni difficili, analisi e discussioni di brevi filmati attività in approccio service learning.

Consapevolezza socialeLa capacità di cogliere la prospettiva altrui e di esprimere empatia anche a coloro provenienti da culture, contesti e background differenti, di riconoscere e utilizzare risorse e supporto di famiglia, scuola e comunità.

Si sviluppa aiutando gli alunni a:
– accogliere il punto di vista degli altri;
– riconoscere i punti di forza negli altri;
– dimostrare empatia e compassione;
– mostrare interesse per i sentimenti degli altri;
– comprendere ed esprimere gratitudine;
– identificare le diverse norme sociali, comprese quelle ritenute inique;
– riconoscere sfide e opportunità delle situazioni;
– comprendere l’influenza delle organizzazioni e dei sistemi sul comportamento.

Alcuni esempi di possibili attività: percorsi di intercultura, riflessioni condivise su situazioni specifiche, role playing, percorsi di europeizzazione, cacce digitali su Google Earth, Mystery Skype, circle time, celebrazione dei successi, attività di Advocacy.

Capacità relazionaleLa capacità di sviluppare e mantenere relazioni sane e supportive, orientandosi in modo efficace con diversi individui e gruppi e in ambienti con esigenze e opportunità sociali e culturali differenti. Include la capacità di comunicare in modo chiaro, ascoltare attivamente, cooperare, lavorare in modo collaborativo per risolvere i problemi e negoziare i conflitti in modo costruttivo, cercare o offrire aiuto quando necessario.

Si sviluppa aiutando gli alunni a:
– comunicare in modo efficace;
– instaurare relazioni positive;
– dimostrare consapevolezza culturale;
– praticare il lavoro di squadra e la risoluzione dei problemi in modo – collaborativo;

– risolvere i conflitti in modo costruttivo;
– resistere alle pressioni sociali negative;
– mostrare leadership nei gruppi;
– cercare o offrire sostegno e aiuto quando necessario;

-difendere i diritti degli altri.

Alcuni esempi di possibili attività: ascolto attento a coppie, attività di storytelling, problem solving a piccoli gruppi collaborativi, attività in PBL e in cooperative learning, morning meetings, think pair share, debate, campagne di sensibilizzazione, attività di Advocacy.

Capacità di prendere decisioni responsabili – La capacità di pensare prima di agire e di prendere decisioni costruttive basate sui propri valori, sulle norme socio-culturali e sulla preoccupazione per il benessere degli individui e della società nel suo complesso.

Si sviluppa aiutando gli alunni a:
– riconoscere e identificare problemi;
– dimostrare curiosità e apertura mentale;
– imparare a formulare un giudizio ragionato dopo aver analizzato – informazioni, dati e fatti;
– identificare soluzioni per problemi personali e sociali;
– anticipare e valutare le conseguenze delle proprie azioni;

– riconoscere come le capacità di pensiero critico siano utili sia all’interno che – all’esterno della scuola;

-riflettere sul proprio ruolo per promuovere il benessere personale, familiare e – comunitario;

-valutare gli impatti personali, interpersonali, comunitari e istituzionali.

Alcuni esempi di possibili attività: lavoro a gruppi con tecnica del diamante, analisi di brevi filmati/articoli/brani, tecnica del quattrocchi, role playing, situazioni di problem solving, percorsi di PBL in approccio service learning.

Incorporare l’acquisizione delle competenze socio-emotive nella prassi didattica necessita di alcuni passi importanti. Può essere un singolo docente a partire, ma per assumere un carattere sistemico e accrescere l’efficacia dell’azione è necessario seguire alcuni utili steps d’implementazione:

– Formare i docenti;
– Creare un clima di classe positivo, sicuro, non giudicante;
– Organizzare lo spazio classe per facilitare dialogo, scambio, lavoro – collaborativo;

-Avviare, possibilmente come consiglio di classe, brevi attività sistemiche e specifiche e percorsi progettuali interdisciplinari in metodologia attiva, da – inserire nella programmazione annuale di classe e presentare ai genitori;
– Dedicare tempo;

-Inserire le competenze socio-emotive nel PTOF, con riferimenti scientifici e – motivazioni educative;
– Parlare dell’ambito socio-emotivo nel “Patto educativo di corresponsabilità”;
– Avviare corsi di genitorialità;
– Promuovere un dialogo educativo tra docenti e genitori;

-Stimolare una fattiva collaborazione tra scuola e famiglia anche nell’ambito dei “Patti educativi di Comunità”.

Conclusioni

Ricerche scientifiche dimostrano che la crescita delle competenze socio-emotive degli studenti incide positivamente su atteggiamenti, relazioni, rendimento scolastico e migliorano la percezione dell’ambiente di apprendimento. Determinano una diminuzione dell’ansia, dei problemi di comportamento e dell’uso di sostanze, riducono l’abbandono scolastico. Sostengono, anche a lungo termine, miglioramenti di competenze, atteggiamenti, comportamenti prosociali e rendimento scolastico, promuovono la propensione a raggiungere traguardi accademici importanti.

Oggi, nel post pandemia, i ragazzi hanno bisogno di riprendere una prassi di crescita socio-emotiva basata su introspezione, confronto, collaborazione, sfida, dialogo, co-costruzione agita, per recuperare una normalità di relazione non virtuale e sviluppare il proprio sé anche in un sano rapporto tra pari, avendo accanto figure di resilienza che lavorano per una crescita globale della persona.

Maggiormente domani, nella scuola e nel mondo 4.0, in ambienti scolastici e quotidiani fortemente intrisi di digitale e immersi in mondi virtuali, è necessario lavorare con volontà e consapevolezza alla formazione della persona, nei suoi aspetti fondanti e dare basi solide alle future generazioni.

(Articolo riportato in USR Emilia-Romagna, Studi e Documenti, n. 36, dicembre 2022)

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