“Dallo Spazio alla Terra: così le esplorazioni cambieranno la medicina

ROBERTO BATTISTON, intervistato da DARIO RUBINO

Lo scienziato, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento, racconta le sfide della medicina legate alle missioni spaziali

Dalla Stazione Spaziale Internazionale al letto del paziente. Sono tante le innovazioni in medicina che, partite dalla ricerca in orbita, generano importanti benefici anche sulla Terra. Ne ha parlato Roberto Battiston, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento, all’evento di celebrazione dei 125 anni di Roche in Italia “Tre secoli di futuro”. Eccone alcune, tra le principali, raccontate dall’esperto.

Cosa accade quando manca la gravità

“La medicina è un settore in cui sono possibili cambiamenti importantissimi. Anche a partire da strumenti molto particolari, inclusi micro-laboratori nello spazio per creare molecole e proteine in assenza di gravità. Andando nello spazio cambiamo ambiente, smettiamo di pesare, si modificano vari aspetti fisiologici e il nostro organismo, abituato a resistere alla pressione indotta dal peso, dalla forza di gravità, trova un equilibrio totalmente diverso. Per esempio, noi abbiamo i muscoli delle gambe molto sviluppati per resistere al peso dei fluidi del nostro corpo, muscoli che spingono i flussi dal basso verso l’alto. Nello spazio, tutto questo cambia. Si gonfiano il volto e il torace, si perdono grandi quantità di liquidi. Si assiste a effetti indotti sui muscoli, sullo scheletro, sugli occhi, persino sui processi cognitivi, che è possibile studiare solo in queste condizioni, su uomini e donne che per parecchie settimane o mesi vivono in un contesto in cui l’effetto del peso è scomparso”.

Dallo Spazio alla “palestra”, per contrastare l’osteoporosi

“Da quello che osserviamo nello Spazio derivano importantissime conseguenze. Penso per esempio al tipo di esercizio fisico cui gli astronauti si sottopongono per mantenersi in buona forma, per contrastare l’atrofizzazione dei muscoli, per non perdere massa ossea. Ecco, quel tipo di esercizi può essere utilmente applicato anche alle persone con osteoporosi. Questo è un tipico vantaggio che già viene impiegato in clinica e che deriva da un’esperienza spaziale. Ma potremmo continuare scendendo al livello microscopico, parlando del comportamento delle cellule, della produzione di proteine nello spazio, perché sempre a causa della mancanza di peso certi fenomeni di assemblaggio delle cellule non avvengono come sulla Terra. Nei normali laboratori terrestri, le cellule in coltura sui vetrini si distribuiscono con adesione sulla superficie, mentre nello Spazio di auto-strutturano in serule, cioè si mettono insieme in modo diverso. Nello spazio cambia anche la produzione delle proteine, che a volte risultano diverse da quelle che lo stesso DNA determina a terra. E ancora, negli astronauti è stato osservato che i telomeri, quelle porzioni di DNA che avvolgono le estremità dei cromosomi, tendono ad allungarsi nel tempo quando si è nello spazio. Sono tutti esempi di come un ambiente alterato provochi modifiche nell’equilibrio a cui siamo abituati”.

Ambiente e biologia: nello Spazio è ancora tutto da scoprire

“Abbiamo ancora moltissimo da imparare sulla resistenza dell’organismo alle radiazioni che ci sono nello Spazio, molto più intense che sulla Terra. Come potremo rimanere su un pianeta come Marte, o sulla Luna, esposti a una radiazione solare così intensa? Questo comporta studi e una comprensione molto approfondita di come interagisce la radiazione con la materia vivente e di come si può fare per proteggerla. Sono i primi passi di una medicina spaziale tutto sommato giovane, vecchia solo di quei cinquant’anni che ci separano dai primi viaggi spaziali. Il giorno che andremo sulla Luna o su Marte, e ci staremo per anni, dovremo essere preparati anche nella gestione della risposta del nostro organismo a un contesto ambientale diverso, anche per gli aspetti psicologici della solitudine, della distanza, legati al sonno e così via. Noi riteniamo che il nostro vivere su un pianeta sottoposti alle condizioni che conosciamo sia la normalità, ma proviamo a immaginare un contesto in cui togliamo elementi come il giorno e la notte, l’atmosfera o la gravità: la scienza medica – macroscopica, molecolare e addirittura legata al DNA – ha tantissimo da scoprire”.

in la Repubblica, 27 dicembre 2022

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