Clima. In Europa temperature aumentate più del doppio della media globale

In Europa le temperature sono aumentate di oltre il doppio della media mondiale negli ultimi 30 anni: il rialzo più alto che si sia registrato in qualsiasi altro continente del mondo. È quanto emerge da un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), pubblicato il 2 novembre a Ginevra in vista dei negoziati Onu sui cambiamenti climatici, COP27, in programma la settimana prossima a Sharm-El Sheikh, in Egitto.

Il rapporto evidenzia come la persistenza di riscaldamento, ondate di calore, incendi, inondazioni e altri impatti del climate change si riverseranno su società, economie ed ecosistemi. Il futuro è anche più cupo. Le temperature, si legge nel report, «aumenteranno in tutte le aree europee a un ritmo superiore ai cambiamenti di temperatura media mondiale», scrive l’Omm. «L’Europa presenta un’immagine dal vivo di un mondo che si riscalda e ci ricorda che anche società ben preparate non sono al sicuro dagli impatti di eventi meteorologici estremi», ha commentato il segretario generale Petteri Taalas.

Crescita di +0,5 °C per decennio

Nel dettaglio, le temperature in Europa sono aumentate in modo significativo nel periodo compreso tra il 1991 e il 2021, a una media di circa +0.5 °C per decennio. Una tendenza che ha portato i ghiacciai alpini a perdere 30 metri di spessore dal 1997 al 2021. La calotta glaciale della Groenlandia si sta sciogliendo, contribuendo ad accelerare l’innalzamento del livello del mare. Nell’estate del 2021, la Groenlandia ha registrato uno scioglimento dei ghiacci e, per la prima volta in assoluto, un episodio di precipitazioni sotto forma di pioggia nel suo punto più alto, presso la stazione Summit.

Nel 2021 gli eventi meteorologici e climatici ad alto impatto hanno causato centinaia di vittime, colpendo direttamente più di mezzo milione di persone e provocando danni economici superiori a 50 miliardi di dollari. Circa l’84% di questi eventi si riferisce a inondazioni o tempeste. Ma non ci sono solo cattive notizie. Alcuni Paesi europei hanno ottenuto ottimi risultati nella riduzione delle emissioni di gas serra – segnala ancora il report – che sono diminuite in Unione Europea (Ue) del 31% tra il 1990 e il 2020, mentre è stato fissato un obiettivo di riduzione netta del 55% per il 2030. Inoltre, l’Europa è tra le regioni più avanzate nella cooperazione transfrontaliera in materia di adattamento ai cambiamenti climatici, in particolar modo per quel che concerne i bacini fluviali transnazionali. È tra i leader mondiali nell’offerta di sistemi d’allarme rapidi ed efficaci a protezione di circa il 75% dei suoi abitanti. I piani d’azione messi in atto contro il caldo hanno salvato molte vite dal caldo estremo.

Talaas (Omm): avanti con taglio delle emissioni

«L’Europa restituisce l’immagine in diretta di un mondo che si sta surriscaldando e ci ricorda che anche le società più preparate non sono al sicuro dall’impatto che possono avere gli eventi meteorologici estremi – commenta Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale – Quest’anno, così come nel 2021, vaste zone europee sono state colpite da ondate di calore e siccità di lunga durata, che hanno alimentato incendi. Nel 2021 inondazioni eccezionali hanno causato morti e devastazione».

Uno spiraglio arriva dalle politiche ambientali attuate in Europa.Come ricorda lo stesso report, alcuni paesi Ue hanno ridotto «con successo» le emissioni di CO2, tagliandole su scala comunitaria del 31% fra il 1990 e il 2020: un ritmo che si adegua agli obiettivi comunitari di una sforbiciata del 55% delle emissioni nette entro il 2030. «Per quanto riguarda le azioni di mitigazione del cambiamento climatico – prosegue Taalas – è necessario proseguire con un buon ritmo in ottica di riduzione delle emissioni di gas serra nel continente e si dovrebbe puntare ancora più in alto. L’Europa può svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento di una società a zero emissioni di carbonio entro la metà del secolo e nel rispetto dell’Accordo di Parigi».

in Il Sole 24 Ore, 02 novembre 2022

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