“Costruire il futuro con i migranti”. XXXI Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

CARLO ROBERTO MARIA REDAELLI

È stato presentato oggi, venerdì 7 ottobre 2022, alle ore 11, a Roma il XXXI Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes. Titolo: “Costruire il futuro con i migranti”. Sintesi del Rapporto

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“Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Mi piace cogliere questo approccio al fenomeno migratorio in una visione profetica di Isaia, nella quale gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11)”.

Così scrive papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022, “Costruire in futuro con i migranti e i rifugiati”, invitandoci a non perdere di vista, ed anzi ad approfondire, gli elementi di solidità e stabilità della presenza dei migranti in Italia. Partendo dalla consapevolezza che l’immigrazione non è una questione che riguarda soltanto chi arriva, ma anche chi accoglie. Integrare non significa fare diventare l’altro come me, ma vedere che cosa abbiamo in comune per camminare insieme. Certo non in un futuro idealizzato, privo di fatiche e di difficoltà: camminare insieme chiede tanta pazienza nell’individuare la strada comune, nel tenere conto del passo di ciascuno, delle fermate e dei blocchi, delle tensioni tra le persone, ecc. Ma un futuro che comunque vede crescere qualcosa di autentico, di vero e anche – perché no? – di bello e di consolante. Qualcosa per cui vale la pena spendersi, nonostante tutto.

Dalla pandemia alla guerra: così potremmo sintetizzare il passaggio fra lo scorso anno e l’attuale. Vero è che il Rapporto Immigrazione 2022 è basato sui dati ufficiali al 2021, ma l’analisi non sarebbe completa se non considerasse il brutale impatto della guerra scoppiata in Ucraina all’inizio di quest’anno, la cui irruzione ci ha ricordato ancora una volta quanto nelle migrazioni persista una forte componente emergenziale. E sicuramente la situazione peggiorerà purtroppo, a causa della crisi energetica e ambientale.

I dati della prima edizione post-pandemia, pur con la spada di Damocle delle conseguenze dell’attuale crisi energetica e ambientale, attestano comunque dei leggeri segnali di ripresa, fra le criticità e le fatiche dei cittadini stranieri. Tuttavia anche quelli che appaiono essere dati incoraggianti, come la ripresa della crescita della popolazione e dell’occupazione, ad una lettura più attenta risultano minati da elementi di vulnerabilità: in particolare le chance occupazionali sottendono contratti a termine; i settori di inserimento sono sempre gli stessi, come se il mercato lavorativo per i migranti fosse soggetto ad una ghettizzazione.

Un tema collegato a questo, e anch’esso cruciale e critico, è quello della scuola: è da diverse edizioni del Rapporto che sottolineiamo quanto la scuola, come sistema complessivo, dopo decenni di giovani generazioni di alunni figli della migrazione, si riveli ancora poco attenta ad intervenire sul rafforzamento dei percorsi scolastici degli alunni stranieri, e quanto questa scarsa lungimiranza si rifletta sul miglioramento complessivo dei livelli di istruzione di queste 2 giovani generazioni e, in ultima analisi, anche del nostro Paese. Sarebbe ingiusto, però, dimenticare l’impegno di tanti insegnanti e di personale della scuola, spesso sostenuti anche dalla solidarietà fattiva di famiglie attenti anche ai figli degli altri, nel tentare, anche in situazioni difficili, di fare della scuola un ambito di accoglienza, di paziente inserimento, di comprensione, di crescita insieme. E non va trascurato l’impegno spontaneo dei bambini e dei ragazzi, che più e prima di noi adulti, sanno attuare una vera integrazione con semplicità e simpatia.

Alcuni ambiti di tutela, come quello della salute, sperimentano, tuttavia, indipendentemente dalla pandemia, gravi ritardi nei confronti della popolazione in generale, ma che nei confronti dei cittadini stranieri, che sono aggravati dalla loro condizione specifica e segnalano l’urgenza di un miglioramento della capacità di presa in carico dei relativi bisogni. Ma nel rapporto si citano anche altri ambiti, come quello per esempio della abitazione, che chiedono di continuare in un impegno di integrazione e di crescita comune.

Se non si interviene con politiche complessive e unitarie per colmare le lacune che i dati ci mostrano ormai e da tempo fin troppo chiaramente, avremo perso tutti quanti, come società e paese, la sfida di costruire il nostro futuro. Posso assicurare che tutti i soggetti che fanno riferimento all’ambito ecclesiale, ma anche – penso di poter dire – tutte le molte realtà del privato sociale che hanno a cuore la pace, la giustizia, la dignità di ogni persona, la costruzione di una società più serena e accogliente non faranno mancare anche in questi mesi difficili il loro apporto.

“Costruiamolo oggi! – è l’esortazione di papa Francesco – Perché il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace”.

Dal sito della Caritas Italiana, 07 ottobre 2022

 Sintesi del Rapporto

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