Criminalità e sicurezza in Italia

ISTAT

L’anno 2020 è caratterizzato da profondi cambiamenti nei comportamenti sociali, in conseguenza della situazione pandemica. L’effetto sulla criminalità è evidente e ha portato a una generale diminuzione del fenomeno (-17,4% di delitti denunciati), in particolare, dei furti nel loro complesso, diminuiti di poco meno di un terzo, rispetto all’anno precedente. Tra le tipologie di furto, tutte in diminuzione, spicca il calo dei furti con destrezza (-46,0%), per la cui esecuzione è indispensabile una vicinanza fisica tra autore e vittima. Continua invece la crescita di delitti informatici (+19,8% rispetto al 2019) e di truffe e frodi informatiche (+17,0%).

Rimangono forti le differenze a livello territoriale. Nel Mezzogiorno si registra un’incidenza decisamente più elevata rispetto al Centro-Nord degli omicidi volontari (rispettivamente 0,60 e 0,43 omicidi per centomila abitanti). Per le rapine il primato negativo e consolidato negli anni spetta alla Campania (63,9 rapine per centomila abitanti), seguita da Lazio (42,6) e Lombardia (40,6). Le Regioni del Centro-Nord registrano, invece, l’incidenza maggiore dei furti, in particolare il Lazio (con 1.683,8 furti per 100 mila abitanti), seguito da Emilia-Romagna (1.575,8), Lombardia (1.360,2) e Toscana (1.340,8).

Nel 2020, tre vittime di omicidio su cinque sono uomini e soltanto il 25,9% degli omicidi in cui la vittima è un uomo avviene in ambito familiare. Diversamente, quando la vittima è una donna, l’elemento che connota questi crimini è il fatto che l’evento si consuma prevalentemente in ambito familiare: nel 57,8% dei casi, l’assassino è il partner o l’ex partner, nel 25,9% un altro familiare.

Nel 2021, la quota più elevata di famiglie che percepiscono il rischio di criminalità si registra in Campania (32,0%) e Lazio (30,4%), dove il valore è sensibilmente superiore al dato nazionale (20,6%).

Alla fine del 2021, il 60,8% degli istituti penitenziari risulta in condizioni di sovraffollamento, cioè ospita più detenuti di quanti siano i posti regolamentari destinati a tale scopo. A livello regionale, il maggiore sovraffollamento si riscontra nella Provincia autonoma di Bolzano/ Bozen (133,0 detenuti per 100 posti regolamentari) e, con valori dell’indice compresi tra 129,3 e 125,3, in Puglia, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Fra i Paesi dell’Ue, l’Italia si posiziona al tredicesimo posto per presenza di detenuti (dati 2019).

Istat, noiitalia 2022

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