Ecologia. Il pianeta ha lanciato l’ultimo appello: rigenerazione o estinzione

CARLO PETRINI

Ogni anno in questo giorno di primavera si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Una ricorrenza che ci ricorda di avere cura e attenzione per il pianeta che ci ospita, e che quest’anno mi piacerebbe fosse accompagnata anche da un sentimento di rigenerazione. Mi trovo infatti d’accordo con quella componente sempre più ampia del mondo scientifico che sostiene che lo scatenarsi della pandemia, sia stata una sorta di risposta biologica con cui la nostra Terra Madre ha tentato di aprirci gli occhi sulle conseguenze del nostro sistema consumista, sulla profonda interconnessione del tutto e sulla comunione di destino a cui nessuno può sottrarsi. Ecco quindi che il fiorire della natura circostante, dovrebbe andare di pari passo con lo sbocciare nelle menti di nuovi valori e comportamenti che accolgano l’appello del pianeta e affrontino le problematiche che ci attendono.

Risponderemo al cambiamento climatico con coerenza e rapidità? Realizzeremo un modello di sviluppo rigenerativo. Dismetteremo l’attuale sistema agricolo dipendente da input chimici e ad alto consumo di energie per praticare invece un’agricoltura attenta alle risorse, alla biodiversità e agli ecosistemi? Adotteremo stili alimentari consapevoli, che ad esempio scelgono la carne con meno frequenza e con più attenzione? Creeremo una società più giusta?
Possediamo le conoscenze per agire in questo senso, ora dobbiamo avere anche la volontà di tramutarle in azioni. La storia e i fatti che stiamo vivendo ci dimostrano in modo chiaro che il vecchio paradigma basato su competitività e profitto è obsoleto. La prosperità infatti è vera solo se inclusiva.

Ecco quindi che d’ora in avanti la strada per un futuro non solo felice, ma anche possibile, è quella in cui cooperazione, dialogo e beni comuni sono le direttrici da seguire. Solo così potremo davvero porre al centro la dignità umana e la salute del pianeta.
Lasciatemi ora fare alcuni esempi affinché le mie non sembrino parole al vento, ma istanze concrete che dovranno diventare sempre più numerose. Negli ultimi anni sono aumentati i mercati contadini, i gruppi di acquisto e altre forme di distribuzione alternative a quella organizzata, che hanno favorito la creazione di relazioni e momenti di dialogo tra produttori e consumatori, con un maggior guadagno per i primi e un costo pressoché invariato peri secondi, ma con una merce più fresca, di stagione che non ha percorso innumerevoli chilometri. Cooperazione, trasparenza e solidarietà sono bisogni che cittadini via via più responsabili e informati, chiederanno a gran voce, anche alla grande distribuzione e al comparto online, che registra tassi di crescita impressionanti. In questo caso è la singola azienda a dover farsi garante di pratiche rispettose dell’ambiente e dei lavoratori, mettendo cosi il maggior potere di cui gode sul mercato al servizio della filiera.


In un sistema interconnesso infatti, nessun attore è più importante dell’altro e il valore quindi, è vero solo se risorse, strumenti e conoscenze sono condivisi equamente tra tutti. Scuole, carceri, terreni confiscati alle mafie e periferie delle città sono poi altri luoghi dove, attraverso l’agricoltura sociale, si sta manifestando questo cambio di passo. Qui il cibo si fa bene comune, promuove la convivialità e diventa strumento di emancipazione per le fasce più deboli della popolazione. Quelle elencate sono trasformazioni dal basso, quando però sono supportate dalla politica (europea in questo caso), e diventano parte del green new deal, della strategia per la biodiversità o di quella per l’alimentazione, beh, allora forse la strada è proprio quella giusta.

Ho parlato di cibo, ma la trasformazione sarà tale se questo pensiero ecologico e di umana cooperazione contaminerà ogni ambito della nostra vita acquisendo una valenza sociale, etica e politica. Solo così potremo dire di aver appreso la lezione che Terra Madre ci ha tragicamente impartito con la pandemia. Solo così salveremo l’umanità e le altre specie viventi dall’estinzione.

in “La Stampa” del 22 aprile 2021

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