Il futuro impone responsabilità

MARTA CARTABIA

La pandemia ha portato con sé una crisi ad altissimo livello di complessità, che riguarda molteplici ambiti della vita sociale e molteplici dimensioni del vivere comune. Certamente, in primo luogo, è una crisi sanitaria, una crisi economica che si è imposta a seguito delle misure che sono state prese per contrastare la diffusione di questo virus, è anche una crisi istituzionale, democratica.
Una crisi sociale che sta portando nuove diseguaglianze e nuove solitudini e vorrei sottolineare una crisi esistenziale (…). Tanti soggetti sono all’opera, a partire dalle nostre istituzioni, e anche tanti soggetti della vita sociale. Ci si può chiedere, però, dove si annidano i più rilevanti bisogni che sono ancora da colmare? In quali ambiti le Fondazioni come la Compagnia di San Paolo possono offrire un contributo particolarmente rilevante e qualificato? Vorrei segnalare tre priorità. (…)

La prima: uno sguardo integrale alla persona e ai suoi bisogni. (…). La persona, nella Costituzione italiana, è ritratta attraverso le sue esigenze (…) catalogate in rapporti civili, rapporti etico-sociali, rapporti economici, rapporti politici. Oggi ci sono urgenze ed emergenze che portano in primo piano alcuni bisogni primari, per lo più di natura materiale. Ma se torniamo al testo su cui si fonda la nostra convivenza civile, siamo richiamati a un dato essenziale. La persona è una, c’è una unità di anima e corpo. (…). In questo contesto è necessario più che mai tenere alta l’attenzione oltre che, ovviamente, sui molteplici bisogni sociali e materiali che si moltiplicano ovunque, anche sui bisogni culturali, artistici, formativi, educativi. (…).

La seconda priorità: una risposta a quattro mani. La complessità della crisi generata dalla pandemia chiama in causa la responsabilità di tutti. Le istituzioni a tutti i livelli, dal Comune alla Regione al governo nazionale all’Unione europea con la ritrovata solidarietà. Ma chiama in causa anche la disponibilità delle tante risorse presenti nella società. Non basta la mano visibile delle istituzioni o la mano invisibile del mercato, per parafrasare una celebre espressione di Adam Smith. Occorre una risposta a quattro mani, frutto di una interazione intelligente di tutte le istituzioni illuminate, della cittadinanza attiva, del Terzo Settore e delle imprese responsabili. (…)

La terza priorità: un’attenzione privilegiata alle nuove generazioni e alle generazioni future. (…). Sulle loro spalle stiamo addossando un pesante fardello, non a caso l’Unione europea ha intitolato il suo programma di solidarietà più ambizioso Next Generation Eu. Il volto del domani, nostro e dei nostri figli, dipenderà in larga misura da come avremo vissuto questo sconcertante oggi e su come avremo accompagnato i giovani di oggi (…). Le urgenze del presente tendono a sospingere più in là, a delegare ad altri il compito di pensare al dopo di noi. Ma il dopo si costruisce a partire dal presente.

in “La Stampa” del 30 gennaio 2021