Bielorussia. Situazione esplosiva

ISPI

“Non lasceremo le strade, e gli agenti delle forze dell’ordine e le truppe speciali useranno equipaggiamento antisommossa e armi letali se necessario”. Il viceministro dell’Interno della Bielorussia Gennady Kazakevich minaccia così i manifestanti che da agosto, a loro volta, non lasciano le strade del paese. Una minaccia, la prima in cui si menziona esplicitamente il ricorso ad armi da fuoco, che sollecita la reazione dell’Unione Europea. Il Consiglio dei ministri degli Esteri dei paesi UE, riunitosi ieri in Lussemburgo, si è espresso favorevolmente all’introduzione di nuove sanzioni contro la Bielorussia. Secondo fonti diplomatiche, il pacchetto di misure contro il regime di Minsk colpirebbe anche il presidente Aleksandar Lukashenko. Il mese scorso Bruxelles aveva dichiarato che allo scadere del suo mandato, il 9 novembre, non avrebbe più considerato Lukashenko come legittimo presidente della Bielorussia, sottolineando che per i 27 le elezioni dello scorso agosto non sono state “né eque né libere”.

Per saperne di più vedi Report ISPI del 13 ottobre 2020