“Resilienza trasformativa”: una risposta per il post pandemia

La resilienza è la capacità di fronteggiare le difficoltà in modo positivo, dando nuovo impulso alla propria vita. Molti la mettono in atto in seguito agli eventi dolorosi che scandiscono la nostra esistenza. Con la pandemia di Covid-19 tutti ci siamo trovati nella medesima condizione, a vivere un trauma, una rottura, un cambiamento e a dover reagire per non soccombere. Ma in che modo?

È ciò su cui si interroga il libro “Pandemia e resilienza” (Cnr edizioni), a cura di Cinzia Caporale e Alberto Pirni. Il volume raccoglie il frutto della riflessione corale maturata in seno alla Consulta scientifica del Cortile dei Gentili – struttura del Pontificio Consiglio della Cultura nata per favorire il dialogo tra credenti e non credenti – presieduta da Giuliano Amato e composta da studiosi e personalità di spicco del mondo laico e cattolico, che hanno posto le proprie diverse esperienze e competenze a servizio del confronto costruttivo. Un libro che si propone come una “riflessione polifonica”, con un saggio iniziale firmato da tutti gli autori, dal quale si snodano poi i singoli contributi, volti ad approfondire le diverse tematiche.

“Il pianeta e il mondo globale, in cui noi tutti siamo immersi, stanno attraversando un tempo non ordinario, per certi versi paragonabile agli esiti dei grandi sconvolgimenti bellici del secolo scorso. (…) Quale visione per il futuro?”. Ecco la domanda da cui gli autori del saggio scelgono di partire, per esaminare subito il rischio che l’insufficienza delle risorse incrementi vulnerabilità e disuguaglianze. “Il vincolo delle risorse, scarse e insufficienti alle esigenze di tutta la popolazione, rischia di schiacciarci sul conflitto causato dall’istinto di sopravvivenza, annullando la spinta verso la cooperazione e la solidarietà che nasce dal nucleo più profondo della persona umana e rende le nostre vite fertili, generative e ricche di senso”.

Insufficienza di risorse come quelle sanitarie, con cui abbiamo fatto i conti nelle settimane più oscure della pandemia, o come quelle di cui il nostro pianeta si sta progressivamente impoverendo, in conseguenza dei cambiamenti climatici che sconvolgono habitat e biodiversità, causando secondo molti studiosi anche le crisi virali in cui si inserisce l’attuale pandemia. A queste si aggiunge poi la scarsità di risorse economiche, derivante da un sistema sempre più “globale” ma debole, perché gli urti non vengono ammortizzati ma ripercossi a grande velocità in tutto il pianeta. Per non parlare poi delle debolezze emerse durante la pandemia a proposito dell’accesso alle tecnologie, nuova e nodale forma di disuguaglianza sociale.

Preso atto di tutto ciò, è necessario formulare una risposta. “La giusta parola d’ordine che intendiamo proporre”, affermano gli studiosi, “è quella di resilienza trasformativa, una resilienza cioè che si basi sul superamento della tentazione di un ritorno al ‘prima’ e su di una ripartenza basata solo sulla crescita quantitativa”. Non più un’ottica concentrata sul solo profitto, dunque, ma su “altre fondamentali componenti del benessere collettivo e individuale: salute, benessere psichico, equilibrio tra specie, rispetto dell’ambiente naturale, equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, cooperazione e solidarietà, appartenenza sociale e comunitaria, fiducia negli altri e nelle istituzioni”.

Il saggio avanza diverse proposte, a partire da un ripensamento della sanità pubblica e dell’economia circolare, nel rispetto dell’ambiente, e dalla trasformazione del welfare state in welfare society, per poi orientare la società verso logiche che perseguano il benessere sociale, soprattutto nell’educazione e nell’assistenza, dove fondamentale risulta l’aiuto della tecnologia. Infine, il maggiore sostegno economico alla ricerca che, alla luce degli ultimi eventi, si è confermata di fondamentale importanza “non soltanto per produrre nuovi farmaci ma anche per indirizzare le azioni delle istituzioni”.

Una resilienza collettiva deve spingere tutti a una riflessione, un bene comune che, come scrive nella prefazione Giuliano Amato: “dipende certo dai governanti, ma non dipende meno da ciascuno di noi”. Nel volume sono presenti saggi di Ugo Amaldi, Leonardo Becchetti, Paolo Benanti, Cinzia Caporale, Amedeo Cesta, Carla Collicelli, Francesca Maria Corrao, Francesco D’Agostino, Jean-Pierre Darnis, Emma Fattorini, Paola Marion, Giacomo Marramao, Eugenio Mazzarella, Laura Palazzani, Alberto Pirni, Mons. Antonino Raspanti, Antonella Sciarrone Alibrandi, Stefano Zamagni.

in CNR, Almanacco della scienza, luglio 2020