Il numero di sfollati interni, le persone costrette ad abbandonare le proprie case ma che non varcano i confini nazionali, ha superato la cifra record di 50 milioni nel mondo. Il più alto di sempre. A lanciare l’allarme è il report annuale sugli spostamenti forzati dell’Internal Displacement Monitoring Center (IDMC) di Ginevra. Sebbene le regioni del mondo interessate dal fenomeno siano diverse, i tre quarti degli sfollati interni si trovano in appena 10 paesi (Siria, Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Colombia, Afghanistan, Somalia, Nigeria, Sudan, Iraq ed Etiopia). Per loro, assiepati in campi informali spesso non organizzati, il distanziamento sociale è praticamente impossibile. Ecco perché gli Internally displaced people (IDPs) sono anche tra le persone più vulnerabili ed esposte al Coronavirus. “La pandemia comprometterà le loro condizioni di vita già precarie – spiega Alexandra Bilak, direttrice del centro – limitando ulteriormente il loro accesso ai servizi essenziali e agli aiuti”.
IDMC’s Global Report on Internal Displacement is the official repository of data and analysis on internal displacement. This year’s GRID breaks down data by conflict, violence and disasters across 145 countries. This edition looks at policy and operational practice from across the world and shows what is being done by countries to prevent, respond to and resolve internal displacement. GRID2020 proposes a roadmap for the next decade based on better information, more resources and stronger political investment.
Part 1 – Internal displacement in 2019 presents updated figures at the global level. Data and contextual updates are included in the regional overviews and country spotlights.
Part 2 – Ending internal displacement highlights examples from countries trying to address internal displacement and discusses the main ingredients for future practice to bring about durable solutions and lasting change.
RIFLESSIONI 