Le disuguaglianze all’interno dei singoli Stati europei

CENSIS

Persistono ‒ e spesso si sono accentuate ‒ forti disomogeneità sociali nei diversi contesti territoriali all’interno dei singoli Stati (fig. 3).

Si tratta, con tutta evidenza, di differenze del tenore di vita e di squilibri delle condizioni sociali in grado di minare la coesione delle comunità nazionali, incidendo profonde fratture tra gli strati sociali benestanti e i segmenti sociali meno abbienti.

Ad esempio, se si considera l’Irlanda, il secondo Paese dell’Unione europea per ammontare del Pil pro capite nazionale (81.911 euro) dopo il Lussemburgo (91.493 euro), si osserva una oscillazione vertiginosa tra i 36.556 euro del Northern and Western (il 55,4% in meno della media nazionale) e i 99.750 euro del Southern (il 21,8% in più della media nazionale), con una differenza tra il picco massimo e il livello minimo pari a 63.194 euro.

In Germania (41.331 euro di Pil pro capite medio nazionale) si va dal minimo di Lüneburg (29.261 euro) al massimo di Amburgo (69.065 euro). In Francia (36.011 euro di Pil pro capite medio nazionale) le differenze tra il valore minimo della Lorena (26.340 euro) e il massimo dell’Ile de France, la regione di Parigi (58.788 euro), sono considerevoli. In Polonia (28.416 euro di Pil pro capite medio nazionale) si passa dal minimo di Lubelskie (19.291 euro) al massimo di Warszawski stołeczny, la regione della capitale Varsavia (57.953 euro). In Ungheria (27.120 euro di Pil pro capite medio nazionale) si va dal minimo di Észak-Magyarország (17.610 euro) al massimo della regione della capitale Budapest (56.788 euro). In Romania (26.909 euro di Pil pro capite medio nazionale) si va dal minimo del Nord-Est (16.512 euro) al massimo di Bucureşti Ilfov, la regione della capitale Bucarest (63.624 euro).

La regione irlandese con il Pil pro capite più alto dell’Unione europea registra un valore pari a 7 volte quello della regione bulgara con, al contrario, il valore più basso della Ue.

Per quanto riguarda l’Italia (34.314 euro di Pil pro capite medio nazionale, espresso a parità di potere d’acquisto), il minimo registrato in Calabria (20.279 euro) si contrappone al massimo della Provincia autonoma di Bolzano (56.771 euro), con una differenza di 36.492 euro e una forbice rispetto al dato medio nazionale tra il -40,9% (Calabria) e il +65,4% (Bolzano).

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Vedi Censis, Lo stato dell’Unione. Geografia sociale dell’Europa al voto, 2024