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Report OCSE: L’importanza delle competenze socio-emotive per una vita migliore

In un mondo sempre più caratterizzato da incertezza e complessità, le competenze socio-emotive assumono un ruolo centrale per il benessere e il successo degli individui. I sistemi educativi di tutto il mondo, Italia inclusa, stanno progressivamente dedicando maggiore attenzione a questo tema, riconoscendone l’importanza per il successo scolastico, la realizzazione personale e la cittadinanza attiva.

L’indagine OCSE sulle competenze socio-emotive, il più grande sforzo a livello internazionale in materia, offre dati preziosi per orientare le politiche e le pratiche educative. I primi risultati del secondo round, condotto nel 2023 in 16 siti tra cui due italiani (Emilia-Romagna e Torino), evidenziano un legame stretto tra queste competenze e la realizzazione di una vita migliore.

 I dati dell’indagine OCSE confermano il quadro generale anche per l’Italia, che presenta alcune sue peculiarità. Per approfondire l’analisi e le implicazioni per il nostro Paese, vi invitiamo a leggere la site note, un approfondimento dedicato ai risultati degli studenti italiani scoprendo come si posizionano rispetto ai coetanei di altri paesi.

Leggi i risultati della ricerca OCSE in Italia

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Beyond Academic Learning. Un’indagine sulle competenze sociali ed emotive

L’OCSE ha pubblicato i primi risultati della SSES – Survey of Social and Emotional Skills, un’indagine sulle abilità sociali ed emotive che costituisce uno dei primi studi internazionali per raccogliere dati da studenti, genitori e insegnanti sulle abilità sociali ed emotive degli studenti di età compresa tra 10 e 15 anni.

Le competenze sociali ed emotive rientrano nelle capacità, negli attributi e nelle caratteristiche importanti per il successo individuale e il funzionamento sociale di una persona. Sono quindi essenziali per avere successo a scuola, sul lavoro e per poter partecipare pienamente alla società come cittadini attivi. Da qualche anno queste competenze sono al centro sia del dibattito pubblico sia delle attenzioni dei sistemi educativi, in quanto gli effetti positivi prodotti dallo sviluppo delle abilità socioemotive dei bambini vanno oltre lo sviluppo cognitivo e i risultati accademici. Tali abilità infatti sono fattori importanti per la salute mentale e per le prospettive professionali. La capacità dei cittadini di adattarsi, essere ricchi di risorse, lavorare bene con gli altri rispettandoli e assumersi responsabilità personali e collettive sta diventando sempre più il segno distintivo di una società ben funzionante.

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Lo sviluppo delle competenze socio-emotive nella scuola 4.0

VITTORIA VOLTERRANI

Nella scuola 4.0 c’è spazio per la persona?

La scuola 4.0 nasce per preparare i ragazzi ad affrontare realtà complesse e in continuo cambiamento, intrise di tecnologia e digitale, in cui essere protagonisti attivi e consapevoli, capaci di analizzare, creare, discutere, confrontare, decidere, includere, reagire, resistere, adattare… Non può esserci una scuola 4.0 senza che si lavori anche sulle competenze socio-emotive, indispensabili per affrontare una vita 4.0.

Piano Scuola 4.0: una radicale trasformazione del concept scolastico

Il Piano Scuola 4.0 porta nella scuola una radicale trasformazione degli ambienti di apprendimento, che devono diventare flessibili, inclusivi, orientanti, aumentati dall’uso del digitale, atti a promuovere pensiero critico e creativo, e a sostenere la capacità di risolvere problemi.
Spazio, tempo e didattica sono elementi fondamentali da considerare per rimodulare un concept di scuola più aderente alla realtà che i ragazzi vivono e vivranno nel loro futuro. Non a caso, alla completa rimodulazione degli ambienti viene associato l’uso di metodologie innovative che mettono al centro lo studente, per aiutarlo a sviluppare, all’interno di una didattica principalmente group based, la capacità di lavorare in modo attivo e collaborativo, fortemente richiesta anche nel mondo del lavoro. Una scuola che abitui l’alunno semplicemente ad ascoltare e comprendere contenuti ed eseguire consegne, prassi tipica della didattica frontale, non sarebbe infatti più utile alle nuove generazioni per affrontare una quotidianità di vita altamente complessa e variabile.

E la scuola deve preparare alla vita.

Metodologie attive, quali PBL (Project Based Learning), Debate, Inquiry Based Learning, Cooperative Learning, Work Based Learning mettono al centro lo studente, lo rendono protagonista e lo inseriscono in un contesto di apprendimento articolato che promuove contemporaneamente e parimenti competenze accademiche e competenze di vita.

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Lo sviluppo delle competenze socio-emotive nella scuola 4.0

VITTORIA VOLTERRANI

Nella scuola 4.0 c’è spazio per la persona?
La scuola 4.0 nasce per preparare i ragazzi ad affrontare realtà complesse e in continuo cambiamento, intrise di tecnologia e digitale, in cui essere protagonisti attivi e consapevoli, capaci di analizzare, creare, discutere, confrontare, decidere, includere, reagire, resistere, adattare…
Non può esserci una scuola 4.0 senza che si lavori anche sulle competenze socio-emotive, indispensabili per affrontare una vita 4.0.

Piano Scuola 4.0: una radicale trasformazione del concept scolastico

Il Piano Scuola 4.01 porta nella scuola una radicale trasformazione degli ambienti di apprendimento, che devono diventare flessibili, inclusivi, orientanti, aumentati dall’uso del digitale, atti a promuovere pensiero critico e creativo, e a sostenere la capacità di risolvere problemi.
Spazio, tempo e didattica sono elementi fondamentali da considerare per rimodulare un concept di scuola più aderente alla realtà che i ragazzi vivono e vivranno nel loro futuro. Non a caso, alla completa rimodulazione degli ambienti viene associato l’uso di metodologie innovative che mettono al centro lo studente, per aiutarlo a sviluppare, all’interno di una didattica principalmente group based, la capacità di lavorare in modo attivo e collaborativo, fortemente richiesta anche nel mondo del lavoro. Una scuola che abitui l’alunno semplicemente ad ascoltare e comprendere contenuti ed eseguire consegne, prassi tipica della didattica frontale, non sarebbe infatti più utile alle nuove generazioni per affrontare una quotidianità di vita altamente complessa e variabile.

E la scuola deve preparare alla vita.

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