Metaverso, storytelling e neuroscienze: tecnologie per l’educazione

Il metaverso “sociale”. Definito dal Dipartimento di ricerca e analisi di Bloomberg come un’opportunità di mercato da 800 miliardi di dollari, il metaverso consente agli utenti di interagire senza soluzione di continuità in ambienti reali e simulati, utilizzando avatar e ologrammi. Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, il metaverso sta rapidamente guadagnando popolarità in diversi settori grazie alle sue molteplici implicazioni, molte delle quali hanno anche rilevanza sociale.

Nel settore sanitario, il metaverso può agevolare l’assistenza remota ai pazienti attraverso la telemedicina, e facilitare il coinvolgimento e l’interazione di questi ultimi, fornendo, nello stesso tempo, una spinta decisiva all’innovazione nel settore sanitario. Inoltre, può sostenere programmi di promozione della salute, formazione dei professionisti in ambiente virtuale e ricerca clinica, nonché collaborazione professionale internazionale.

Nel settore del turismo e dell’ospitalità, il metaverso offre nuove opportunità per migliorare l’esperienza turistica, dal momento che integra mondi fisici e virtuali.
Il metaverso assume un’importanza specifica anche per le persone con disabilità che spesso incontrano ostacoli nell’accesso a luoghi fisici o necessitano di un tipo di apprendimento personalizzato.

Il metaverso per l’educazione: storytelling per imparare e ricordare. Nel campo dell’educazione e dell’istruzione scolastica, il metaverso presenta un enorme potenziale di utilità sociale: offre ambienti immersivi che vanno oltre le aule tradizionali, mentre le sue potenzialità data-driven ed incentrate sulle caratteristiche dell’utente consentono esperienze di apprendimento personalizzate adattate alle esigenze individuali degli studenti (compresi gli alunni con Bisogni Educativi Speciali). Inoltre, la sua natura fondamentalmente ludica favorisce anche l’apprendimento di gruppo e l’inclusione sociale.

Inoltre, il metaverso promette una maggiore efficacia nell’apprendimento delle nozioni, nonché nella loro memorizzazione, perché è una tecnologia per l’educazione che fa leva sul Visual Storytelling, ovvero la narrazione per immagini. I nativi digitali privilegiano un apprendimento non sequenziale bensì reticolare, cioè un apprendimento che avviene contemporaneamente in diverse direzioni, e con diversi stimoli multisensoriali. In generale, il vantaggio principale del raccontare storie o trasmettere contenuti attraverso le immagini risiede nella facilità di comprensione immediata, induttiva/deduttiva, definita come “lettura silenziosa”: le immagini hanno il potere di evocare concetti, anche astratti, facilitando la comprensione, specialmente per gli studenti con Difficoltà Specifiche di Apprendimento come la dislessia o la disgrafia.

I rischi del metaverso, per la salute e non. L’impatto del metaverso sulla vita degli individui, sia in àmbito educativo che non, può essere significativo, con effetti a vari livelli: cognitivo: l’uso prolungato del metaverso potrebbe causare dipendenza, ansia, depressione e insonnia; emotivo: il metaverso può generare esperienze di cyberbullismo, disorientamento e alienazione; fisiologico: l’utilizzo di visori VR può causare affaticamento degli occhi, mal di testa e nausea.

Esempi di potenziali disagi sono: mancanza di attività fisica; problemi di salute mentale; dipendenza dalla realtà virtuale.
Infine, l’accessibilità del “metaverso sociale” è un tema critico, anche perché al momento non è ancora nota l’entità dei rischi relativi alla privacy e alla sicurezza, come ad esempio: furto di dati personali; cyberbullismo e molestie; esclusione sociale.

(Testo tratto da Eurispes, Sintesi del Rapporto Italia 2024)

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