Il dialogo del Papa con l’Islam spirituale

MARCO IMPAGLIAZZO

A causa del nuovo conflitto in Medio Oriente e del suo possibile allargamento, gli occhi del mondo sono puntati nuovamente sull’Iran e sui suoi alleati nella regione. Di conseguenza anche su tutto il mondo sciita. Ma è importante ricordare che all’interno dell’Islam e degli stessi sciiti sono tante le differenze religiose, di visione politica, culturale e antropologica. Gli sciiti, rappresentano il gruppo minoritario più rilevante nel mondo musulmano, stimati tra il 10% e il 15% rispetto ai sunniti, ma costituiscono la maggioranza della popolazione in Iran, Iraq, Bahrein e Azerbaigian, mentre in Yemen e Libano superano un terzo della popolazione e sono molto influenti: Hezbollah nel primo paese e Ansar Allah nel secondo, ovvero i cosiddetti Houthi, ne sono l’espressione politica militante. Anche in Pakistan, Afghanistan, India, Kuwait, Arabia Saudita, Siria, Egitto, Turchia, Nigeria, gli sciiti costituiscono una minoranza significativa, talora superiore al 5%.

Da vari secoli, il cuore del mondo sciita batte tra l’Iraq arabo e l’Iran persiano. Mentre l’Iran è ormai da oltre cinque secoli uno Stato confessionale sciita, l’Iraq invece ne custodisce i più importanti luoghi santi: tra questi quello di Najaf, dove è sepolto l’imam ‘Ali, che ospita da dieci secoli un’autorevole scuola teologica sorta intorno alla sua tomba. Per lungo tempo la città di Najaf è stata parte dell’impero ottomano, che era ostile agli sciiti, e per reazione la sua scuola religiosa ha sviluppato un’interpretazione quietista, più spirituale e contemplativa, del rapporto tra Stato e religione, che in tempi recenti si è evoluta nel senso di una marcata divisione delle competenze e del sostegno a uno Stato non confessionale proprio da parte del Grande Ayatollah Ali Sistani e del suo predecessore, Abu al-Qasim al-Khoei.

Esiste tuttavia una rivalità sottotraccia con l’Iran, dove Ruhollah Khomeini ha impresso, con la rivoluzione islamica del 1979, una svolta politica allo Sciismo introducendo la dottrina del velayet-i faqih o “governo del religioso giureconsulto”, che pone al vertice dello Stato un religioso con la possibilità di dare pareri vincolanti su ogni decisione in nome della liceità dottrinale. Sebbene, dopo la caduta di Saddam Hussein in Iraq, il Grande Ayatollah Sistani goda di grande autorevolezza, l’Iran possiede un peso politico, economico, demografico e militare impossibile da ignorare in tutta la regione. Ma è da sottolineare, al tempo stesso, come Najaf sia uno dei due grandi centri religiosi sciiti nel mondo e rivaleggi con l’iraniana Qom. Mentre quest’ultima ha sposato la dottrina politico khomeinista, Najaf è considerata custode dell’ortodossia e della dottrina classica di non ingerenza diretta negli affari pubblici.

Un fatto storico, che ha avuto nel complesso poco rilievo sugli organi di informazione, è stato l’incontro tra Sistani e papa Francesco, a Najaf, durante la visita del pontefice in Iraq nel marzo 2021. La scelta del capo della Chiesa cattolica di recarsi nella casa di Sistani, che sorge accanto al grande santuario sciita dell’imam ‘Ali, ha in qualche modo valorizzato questa figura, dandogli visibilità. Il Papa incontrando Sistani ne ha fatto un interlocutore noto a livello internazionale, (in un mondo come quello musulmano dove gli interlocutori ufficiali sono scarsi), contando sulle sue decisioni equilibrate per aiutare la costruzione di una cittadinanza irachena non confessionale, favorevole a una convivenza in Medio Oriente sul modello dell’enciclica “Fratelli tutti”. Pochi sanno che questo incontro, unico nella storia dei rapporti tra cattolici e sciiti, viene commemorato annualmente in Iraq e ha portato a un significativo miglioramento delle relazioni interconfessionali – estremamente deterioratesi invece con lo “Stato Islamico” – mentre ha suscitato una prevedibile irritazione tra le fila del regime iraniano. Da quella visita molti autorevoli sciiti – non solo iracheni – che rifiutano di identificare la loro fede con il khomeinismo belligerante, si presentano oggi al mondo con maggiore credibilità.

Contrassegnato da tag