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Ragione e Fede – Ratio et Fides

PAUL VAN GEEST

Nella lettera inviata ai membri della Pontificia accademia di teologia, il nuovo presidente, monsignor Antonio Staglianò, ha scritto chiaramente che la teologia come disciplina scientifica sta diventando sempre più marginale nell’odierna società a impronta tecnoscientista. Solo la conoscenza ottenuta attraverso la misurazione, il test e la verifica è considerata importante in questi tempi. Poiché le norme scientifiche della teologia sono diverse da quelle, a esempio, della meccanica quantistica o dell’astrofisica, la teologia corre il rischio di diventare un hortus conclusus all’interno del mondo accademico. Questo isolamento ostacola la cooperazione interdisciplinare tra teologi e altri scienziati, che è esattamente ciò che Papa Francesco auspica in Veritatis gaudium. Staglianò sostiene quindi una teologia che parta dalla storia comune degli esseri umani, dalle situazioni concrete in cui vivono ogni giorno, per interpretarle “alla luce del Vangelo”, come storia della salvezza (cfr. Gaudium et spes, 44 e 46).

Di fatto, la collaborazione interdisciplinare tra teologi ed economisti, auspicata nella Veritatis gaudium, può essere significativa e arricchente per l’economia come disciplina scientifica. Lo dimostrano la ricerca e l’insegnamento dell’Erasmus Economics and Theology -Institute (www.eur.nl/en/eeti/about-eeti). Qui vengono sollevati dubbi sulla validità del modello dell’homo œconomicus. Anche se gli economisti non sostengono che la realtà corrisponda perfettamente al suo modello, hanno però basato le loro teorie su di esso. L’economista e matematico Vilfredo Pareto ha contribuito a creare le basi per lo sviluppo dell’homo œconomicus. Il criterio di Pareto sostiene che la ricchezza generale aumenta solo se l’aumento di ricchezza dei vincitori è sufficiente a compensare anche i perdenti. Ciò implica la matematizzazione dell’allocazione delle risorse e, per estensione, la matematizzazione dell’economia come disciplina scientifica. Per quanto nobili fossero le intenzioni di Pareto, questo criterio ha implicitamente concepito gli esseri umani come esseri dotati di preferenze coerenti e capacità cognitive illimitate, che agiscono sempre per interesse personale e con uno scopo. L’homo œconomicus ha solo due obiettivi: la massimizzazione del reddito monetario e la crescita quantitativa della produzione.

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