DAVIDE D’ALESSANDRO
L’era digitale sta creando un mondo non tangibile dominato dalla scomparsa dei legami, dei ricordi e del rapporto con l’alterità. Una distorsione che spinge l’essere umano a ripiegarsi su stesso. Una riflessione del filosofo tedesco sudcoreano Byung-Chul Han sulla contemporaneità nel suo ultimo libro ’Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale’ .
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L’evaporazione dell’Altro
Se evapora il Padre, qualcosa resta. Se evapora l’Altro, cosa resta? Resta il singolo, l’individuo, l’uomo solo davanti allo specchio che riflette inesorabilmente l’immagine di Narciso. È questa, per Byung-Chul Han, la condizione dell’umano all’inizio del terzo millennio. A essere evaporato, a essersi sciolto, a venire meno è l’Altro, ossia tutto, poiché senza l’Altro non è possibile essere, non è possibile vivere. Senza l’Altro, l’uomo si rifugia nell’Io più bruto, nell’individualismo narcisistico, nell’assoluta atrofia del pensiero.
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