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“A Gaza è genocidio, ma per non legittimare nuova violenza è necessario restare umani”

REFAT SABBAH, INTERVISTATO DA PAOLO VITTORIA

Refat Sabbah, segretario generale della Arab Campaign for Education, presidente della Global Campaign for Education e fondatore di Teachers Creativity Center in Palestina, ci dà una lezione di educazione alla pace proprio dallo scenario più violento, laddove non si potrebbe resistere alla disumanizzazione. Se perdiamo la nostra umanità non avremo salvezza – non solo a Gaza, ma nel mondo intero – da qui l’appello alla solidarietà internazionale e alla collaborazione tra palestinesi e il movimento globale ebraico per la pace.

“A Gaza ci sono bombardamenti ovunque che uccidono migliaia di bambini, donne, persone con disabilità fisiche e mentali, persone che non hanno nulla. È un genocidio. Ciò che stiamo vivendo è orribile ma, nonostante ciò, dobbiamo insegnare agli insegnanti, e agli studenti, i diritti umani. Se perdiamo la nostra umanità, non possiamo continuare a lottare per i nostri figli. Temo che i crimini di Gaza ci colpiranno per molto tempo, e non è facile convincere insegnanti e studenti a continuare a credere nell’umanità. Ma questa è la centralità dell’educazione”.

Come vi muovete ora a Gaza, come educatori, anche operativamente?

Una delle nostre sedi nella Striscia è stata distrutta dalle bombe. Ci stiamo quindi spostando in aree diverse, in particolare verso il Sud. Insieme a educatori e volontari cerchiamo di lavorare con bambini, studenti e famiglie sulla condizione socio-emotiva e psicologica. La nostra visione è globale, non nazionalistica. Credo che se ti senti globale, sei globale. Credo ancora in un’umanità globale, ecco perché la solidarietà internazionale è molto importante. Se tu, dall’Italia o da un altro paese, partecipi all’amministrazione o all’organizzazione di attività pacifiste contro la guerra, non stai solo aiutando la Palestina, ma stai aiutando te stesso a rimanere umano perché ciò che sta accadendo a Gaza influenzerà il mondo intero: scrittori, giornalisti, attivisti, donne e bambini devono partecipare. Questo è un messaggio al mondo. Rimarremo umani se esercitiamo la nostra solidarietà. Ciò che sta accadendo a Gaza non sta solo distruggendo vite umane, ma la nostra umanità. La solidarietà è il luogo degli educatori e degli attivisti. Non ci è permesso disumanizzarci, distruggere la storia della nostra umanità, altrimenti gli uomini si uccideranno ovunque e noi legittimeremo ogni violenza.

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