Desmond Tutu
Vengo da una terra bellissima, che Dio ha generosamente dotato di impareggiabili risorse naturali, vaste pianure, montagne e colline, uccelli canori, stelle rilucenti nel firmamento blu, e un sole raggiante, un sole d’oro. Delle cose buone distribuite dalla munificenza divina ce n’è a sufficienza per tutti, per ognuno di noi, ma l’apartheid ha sancito l’egoismo dei pochi, spingendoli ad accaparrarsi con ingordigia una quota sproporzionata di tutto ciò, a ghermire per sé la parte del leone, perché il potere è nelle loro mani. Si sono impadroniti dell’87 per cento del territorio, pur rappresentando il 20 per cento della nostra popolazione. Tutti gli altri devono accontentarsi del rimanente 13 per cento. L’apartheid ha ratificato la politica dell’esclusione. Il 73 per cento della popolazione è esclusa da qualunque partecipazione significativa nei processi decisionali della politica, nella stessa terra che ha dato loro i natali.
La nuova costituzione, che prevede tre camere, una per i bianchi, una per i meticci e una per gli indiani, menziona un’unica volta i neri, per poi ignorarli completamente. Pertanto la nuova costituzione, osannata da una parte dell’Occidente come un passo nella giusta direzione, altro non fa che consolidare razzismo e appartenenza etnica. Le commissioni costituzionali sono formate secondo il rapporto di quattro bianchi a due meticci e a un indiano. Zero neri. Ora, due più uno non saranno mai pari — né tantomeno superiori — a quattro.
Ne consegue che questa costituzione sancisce e consegna per legge il potere nelle mani della minoranza bianca. I neri potranno inseguire le loro aspirazioni politiche nei bantustan, quei territori aridi, inabitabili, devastati dalla povertà, ghetti di miseria, riserve inesauribili di manodopera nera a basso costo, nei bantustan che rispondono alla volontà di balcanizzare il Sudafrica.
I neri vengono sistematicamente spogliati della loro cittadinanza sudafricana e trasformati in stranieri nella stessa terra dove sono nati. È questa la soluzione finale dell’apartheid, proprio come il nazismo aveva previsto la soluzione finale degli ebrei nella follia ariana di Hitler. Il governo sudafricano è assai scaltro. Gli stranieri vantano pochissimi diritti civili, e nessun diritto politico. (…) Si dice che un giorno un cittadino dello Zambia conversava con un sudafricano. Lo zambiano si vantava del ministro della Marina del suo Paese. Il sudafricano gli chiede: «Ma se non avete uno sbocco sul mare, come fate ad avere un ministro della Marina?». E lo zambiano lo rimbecca: «Beh, e voi in Sudafrica, non avete forse il ministro della Giustizia?».
*Estratto dal discorso pronunciato per l’accettazione del premio Nobel per la Pace 1984 Traduzione di Rita Baldassarre