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AlmaLaurea, Rapporto 2024: Profilo e Condizione occupazionale dei Laureati

ALMALAUREA, Comunicato stampa 13 giugno 2024

Presentato il 13 giugno il XXVI Rapporto. Dall’indagine risulta in crescita il numero degli studenti che hanno maturato esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea; tali esperienze accrescono la probabilità di essere occupati. Aumentano i contratti a tempo indeterminato e i laureati si dimostrano più selettivi nella ricerca di occupazione, che deve essere adeguatamente retribuita e coerente con il proprio percorso formativo.

Il Rapporto 2024 sul Profilo dei Laureati di 78 atenei, degli 82 aderenti ad AlmaLaurea, si basa su una rilevazione che coinvolge circa 300 mila laureati del 2023 e, grazie all’elaborazione delle risposte ricevute dai laureati che hanno partecipato alla rilevazione, restituisce un’approfondita fotografia delle loro principali caratteristiche.

Risultati in primo piano: Profilo dei laureati e Condizione occupazionale

Tra i risultati più rilevanti dell’indagine sul Profilo dei laureati si evidenziano i giudizi che hanno rilasciato i laureati coinvolti nelle rilevazioni di AlmaLaurea e che indicano una generale soddisfazione per i diversi aspetti dell’esperienza di studio compiuta, indipendentemente dal tipo di corso concluso.

In particolare, l’88,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dei rapporti con il personale docente e l’82,8% dell’adeguatezza delle aule. Un elemento di sintesi dei vari aspetti dell’esperienza universitaria è rappresentato dalla soddisfazione complessiva per il corso di laurea, rispetto al quale il 90,5% dei laureati si dichiara soddisfatto (nel 2013 era pari all’86,0%).

Rispetto al percorso universitario intrapreso, va sottolineato un giudizio positivo, evidenziato da quel 72,1% dell’intera popolazione raggiunta da AlmaLaurea che confermerebbe la scelta sia del corso sia dell’ateneo, quota in crescita rispetto al 2013 (66,9%). Entrando più nel dettaglio, emerge che l’8,9% dei laureati confermerebbe l’ateneo ma si indirizzerebbe verso un altro corso, il 10,8% seguirebbe lo stesso corso ma in altro ateneo, il 5,4% cambierebbe sia corso sia sede e solo il 2,4% non si iscriverebbe più all’università (per i magistrali biennali si fa riferimento al solo biennio conclusivo).

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