Archivi tag: Il mistero del male

Il silenzio di Dio e il mistero del male

PAOLO RICCA

Il libro Il Silenzio di Dio, di Gianfranco Ravasi 1 , è già stato pubblicato dalle Edizioni Paoline più di trent’anni fa, e viene ora ripubblicato, in versione rivista e aggiornata, da TS Edizioni: segno che non è invecchiato, cioè che, col passar degli anni, non ha perso nulla del suo valore, malgrado i tanti e grandi cambiamenti avvenuti dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, quando uscì, e la situazione odierna del mondo e della Chiesa. Del resto, come potrebbe invecchiare il profeta Geremia (il libro è una raccolta di meditazioni su Geremia), la cui voce che risuonò dalla fine del VI secolo a.C. fino agli anni ’20 del V secolo, continua a sfidare secoli e millenni, e non cessa di avvincere, e persino di incantare, ma anche di spaventare, e persino scandalizzare chi lo legge?

Il libro di Geremia, che dopo il Libro dei Salmi è il più lungo di tutta la Bibbia (52 capp. e 21.981 vv.), è un vero compendio dell’intero messaggio biblico: vi si trovano infatti giudizio e salvezza, condanna e perdono, sventura e grazia, inganno e verità, incredulità mascherata da religione e autentica fede, falsa e vera profezia, antico e nuovo Patto, disperazione e consolazione, illusione e speranza, sconfitta e vittoria, capitolazione e resistenza, tradimento e fedeltà, l’amaro destino personale del profeta, odiato in patria, cacciato e morto in esilio, e il destino collettivo, amarissimo, del popolo d’Israele deportato a Babilonia, la vana fiducia nell’istituzione religiosa («Questo è il tempio dell’Eterno! Il tempio dell’Eterno! Il tempio dell’Eterno!» – 7, 4) e l’autentica fiducia in Dio (che non è il Tempio!), la parola di Dio falsificata, che dice quello che il popolo vuole sentirsi dire, e la genuina parola di Dio che dice quello che il popolo non vuole sentirsi dire (quanto è difficile distinguerle! Quanto si rassomigliano formalmente!), gli alti e bassi della vita e della fede, con i suoi momenti critici di scoraggiamento fino alla depressione, e i suoi momenti felici in cui si ricuperano animo, fiducia e forze. E sopra e in mezzo a tutto questo l’irriducibile e invincibile parola di Dio – «la mia parola non è essa come il fuoco, dice l’Eterno, e come un martello che spezza il sasso?» (23, 29) –, di cui Geremia porta da solo il peso estremamente gravoso, di cui vorrebbe liberarsi, ma non può, perché «se dico “Non lo menzionerò più [cioè non parlerò più di Dio], non parlerò nel suo nome”, vi è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso» (20, 9).

Continua a leggere
Contrassegnato da tag ,