FRANCESCO MACRÍ
Il villaggio globale nel quale sono chiamati a vivere i giovani di oggi presenta molti aspetti problematici. Uno di questi è il forte e pervasivo “pluralismo” culturale, etnico, religioso, comportamentale.
Di fronte a questo scenario la scuola ha un grande ed importante compito. La modernità porta con sé molte opportunità di crescita umana, di sviluppo economico, di progresso scientifico, ma anche molte difficoltà, resistenze, contraddizioni, sfide. Una di queste é il pluralismo. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, i grandi processi di immigrazione di massa, i flussi dei mercati globali scavalcano da ogni parte gli ambiti ristretti delle nostre tradizioni locali, delle nostre abitudini ed esperienze personali e ci proiettano in un circuito di dimensioni mondiali dove è facile smarrire se stessi, i propri valori, come pure è facile che si scatenino meccanismi di autodifesa della propria identità così eccessivi da tramutarsi in intolleranza, aggressività, violenza. Nasce, quindi, da qui la forte esigenza di educare i giovani all’accettazione della diversità, all’interculturalità, alla capacità di dialogo. É naturale, perciò, che la scuola venga chiamata in causa perché può offrire un contributo originale ed insostituibile alla formazione dei ‘nuovi’ cittadini, che siano capaci non solo di “convivere” nella diversità in atteggiamento rassegnato e passivo come di fronte ad un evento inevitabile, ma di costruire attivamente insieme a tutti gli altri un mondo migliore.
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