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Dibattito sull’esistenza di Dio. Scienza e Fede

CARLO ROVELLI (Scienziato) – GIUSEPPE TANZELLA-NITTI (Teologo)

Quando a metà del secolo scorso cominciò a essere chiaro che l’universo che vediamo è emerso da una grande esplosione circa 14 miliardi di anni fa, ci fu chi cercò di leggere in questa scoperta di carattere prettamente scientifico una conferma dei racconti della Genesi . Dopo una breve tentazione iniziale, la Chiesa cattolica resistette saggiamente alla tentazione di cadere in questo sciocco equivoco. Oggi la scienza esplora la possibilità che l’Universo possa essere esistito anche prima del Big Bang. Se teologi o papi avessero preso sul serio l’idea che il Big Bang fosse la Creazione della Genesi , si troverebbero ora in grande imbarazzo, nel dover rendere conto di un universo fisico prima della Creazione. Come ci ripetono all’unisono i migliori scienziati e i migliori teologi, cercare prove per le verità della Fede nella scienza è una sciocchezza. Su ben altri livelli può svolgersi un dialogo proficuo fra le diverse forme del nostro pensiero o della nostra spiritualità.

Ma le sciocchezze tendono a ripetersi. Recentemente, va di moda un presunto argomento scientifico che intenderebbe fornire le prove dell’esistenza di Dio. A detta di alcuni, certi risultati in fisica e cosmologia mostrano che l’universo che vediamo debba emergere da un «disegno intelligente». Proviamo a riassumere alcuni passi di questo argomento. L’argomento parte da un’osservazione corretta. La descrizione del mondo fisico elaborata durante gli ultimi due secoli si basa su alcune equazioni, dove compaiono certi numeri, chiamati «costanti fisiche», come la massa delle particelle elementari o la costante cosmologica. Queste costanti sono state misurate sperimentalmente, e fanno parte della attuale descrizione fisica di base del mondo. Non sappiamo perché abbiano i valori che hanno. Forse un domani la scienza permetterà di calcolarle a partire da qualche teoria più fondamentale, come è successo per esempio per le costanti che descrivono le proprietà degli elementi chimici, che ora sappiamo dedurre dalla meccanica quantistica, ma per ora le prendiamo come fatti del mondo.

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