Archivi tag: Coesione sociale

Dall’io al noi. Un passaggio necessario per una società giusta, solidale e pacifica

GIOVANNI SCARAFILE

Il Papa invita a spostare l’interrogativo «Chi sono io?» a un più inclusivo e altruista «Per chi sono io?». Questo passaggio tocca il nucleo stesso del paradigma che guida le nostre azioni

Nel 2021 papa Francesco, nel suo Discorso ai giovani del “Progetto Policoro” della Cei, tornò a riflettere sul significato dell’animazione di comunità, interpretandola essenzialmente e primariamente come un’azione consistente nel «dare animo». Un tale servizio, ricordava il Papa, si apre ad esiti ricchi di significato quando è accompagnato da un cambiamento di prospettiva, passando da un’autoreferenziale «Chi sono io?» a un più inclusiva e altruista «Per chi sono io?».

Questo passaggio da una visione all’altra tocca il nucleo stesso del paradigma che guida le nostre azioni. In effetti, nonostante molte evidenze ci dicano che il mondo di oggi è praticamente impensabile senza ricorrere alle relazioni, che siano di natura socioeconomica, culturale o ambientale, non si può negare come la mentalità corrente, intrisa di un individualismo sfrenato e di una tecnocrazia onnipervasiva, tenda spesso a eclissare il valore intrinseco del legame umano e dell’interdipendenza.

Continua a leggere
Contrassegnato da tag , ,

UE. Difesa e rafforzamento della democrazia. In programma evento a Bruxelles

“Le organizzazioni della società civile, difesa e rafforzamento della democrazia europea”: questo il titolo di una conferenza che si terrà il 30 marzo prossimo, su iniziativa del gruppo “Organizzazioni della società civile” del Comitato economico e sociale europeo (Cese).

Grazie alle loro attività, queste organizzazioni “non solo promuovono l’uguaglianza e la coesione sociale, ma agiscono anche come organi di controllo, chiedono conto ai decisori e promuovono i valori democratici, lo stato di diritto e i diritti fondamentali”, spiega la nota del Cese che illustra l’iniziativa. La democrazia sta perdendo terreno a livello globale, si registrano tendenze preoccupanti in diversi Stati membri dell’Ue e dove i valori democratici sono sotto attacco, anche le organizzazioni della società civile tendono a essere prese di mira, spiegano ancora dal Cese. Anche l’inclusione o meno della società civile nel dialogo politico è un “indicatore importante della qualità di un processo legislativo”: se in alcuni Paesi Ue questi spazi si stanno riducendo, ci sono anche “esempi stimolanti di un dialogo politico efficace”.

Questi saranno i temi in discussione nell’incontro di fine marzo, in cui interverranno rappresentanti delle istituzioni europee, di organizzazioni della società civile, del mondo accademico (qui il programma). L’evento è organizzato in vista della pubblicazione del pacchetto “Difesa della democrazia” da parte della Commissione europea e della revisione dell’attuazione del piano d’azione per la democrazia europea. Si potranno seguire i lavori in presenza oppure on line.

Contrassegnato da tag , ,

Povertà educativa, comunità educanti. Impegno delle Fondazioni bancarie

PAOLO CAVICCHIOLI

(…). Le Fondazioni di origine bancaria, mi preme ricordarlo, sono enti privati senza fini di lucro, autonome e indipendenti, che, attraverso l’investimento dei patrimoni di cui dispongono, generano proventi che vengono messi a esclusiva disposizione delle comunità e del Paese per scopi di utilità sociale e per la promozione dello sviluppo economico.

Questi obiettivi di missione vengono perseguiti con una molteplicità di strumenti, quali le erogazioni, l’impiego del patrimonio in investimenti correlati alla missione ma anche, e soprattutto, esercitando il proprio ruolo di attivatori delle energie dei territori e del Paese, che significa aggregare gli attori delle comunità nella ricerca di soluzioni condivise e corali ai bisogni e ai desideri delle comunità stesse.

Sono trascorsi trent’anni dalla nascita delle Fondazioni, sebbene siano poco più di 20 gli anni di piena operatività, cioè dalla promulgazione della cosiddetta Legge Ciampi. In questi anni le Fondazioni hanno fatto tante cose, ma hanno soprattutto affermato dei valori: quello della solidarietà, della coesione sociale, della partecipazione, dello sviluppo, dell’uguaglianza. E quello che hanno fatto le Fondazioni in questi anni sono, oltre che testimonianza della loro visione della comunità, anche il trampolino di lancio per proiettarsi verso i prossimi trent’anni.

Dal 2000 ad oggi, le risorse a fondo perduto messe a disposizione dalle 86 Fondazioni di origine bancaria sono state di oltre 25 miliardi di euro. A queste risorse, vanno aggiunte quelle che le Fondazioni di origine bancaria, grazie alla loro autorevolezza e credibilità, sono capaci di mobilitare nelle progettualità da esse promosse: si stima che per ogni euro erogato dalle Fondazioni di origine bancaria, se ne aggiungano altri 2 messi a disposizione da parte di altri attori pubblici e privati, generando un effetto moltiplicativo che di fatto triplica la portata economica degli interventi.

I beneficiari di queste risorse sono i cittadini, per il tramite delle organizzazioni di Terzo settore, degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, delle università, dei centri di ricerca. In particolare, si stima che alle organizzazioni di Terzo settore, in forma diretta o per il tramite di enti locali, vada circa il 70% di queste risorse.

Continua a leggere
Contrassegnato da tag , ,

Più uguali, più liberi

LINDA LAURA SABBADINI

L’aggravarsi delle diseguaglianze minaccia la coesione sociale del Paese, porta più criminalità e diminuzione della sicurezza, con conseguente aumento dei costi. La garanzia di un alto livello di coesione sociale crea maggiore fiducia dei cittadini nella democrazia e nelle sue istituzioni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo bellissimo discorso al Parlamento ha lanciato un grande monito. “Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita”. È proprio così. È ora che la politica lo assuma come un suo centro di gravità permanente. Tanto più che le diseguaglianze minacciano oltre che la crescita anche la nostra democrazia.

Siamo la settima economia mondiale ma combattiamo con le mani legate dietro alla schiena. Cosa sarebbe l’Italia se il Nord, una delle aree più ricche d’Europa, fosse affiancato da un Meridione in grande sviluppo? Cosa sarebbero le risorse umane italiane se liberassimo la forza, l’innovazione, la creatività delle donne che oggi sono tagliate fuori, dal mercato del lavoro specie al Sud, ma non solo? Quale sarebbe la crescita se riuscissimo a dare condizioni salariali adeguate e lavoro di qualità ai giovani? Avremmo più famiglie con più redditi, più consumi e la domanda interna sarebbe più forte.

Continua a leggere
Contrassegnato da tag